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Ucraina, Giuseppe De Rita: "Quando ci accorgeremo di essere in guerra davvero". Conto alla rovescia, vita stravolta

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"Potremmo cominciare a parlare di un'economia di guerra se oltre alla dimensione virtuale, bancaria, finanziaria, fossimo chiamati a confrontarci con una guerra cibernetica". Giuseppe De Rita, presidente del Censis, parla delle conseguenze del conflitto in Ucraina. In particolare, intervistato da Repubblica, ha sottolineato: "Immaginate se all'improvviso non ci funzionasse più il telefono o il computer. Per come è strutturata la nostra società, quella mancanza ci darebbe la percezione della guerra". 

 

 

 

Secondo De Rita, insomma, al momento per noi la guerra è ancora un qualcosa di immateriale. La sentiremo di più quando "dall'immateriale si passerà al materiale e cominceremo a percepire i disagi fisici". Parlando degli scaffali vuoti dei supermercati in Sardegna, presi d'assalto nelle scorse ore, ha detto: "L'assalto al supermercato è una regola per il nostro Paese, anche nelle prime fasi della pandemia è accaduto qualcosa di simile. La prima cosa che si fa durante un pericolo è andare al supermercato e riempirsi il frigorifero". 

 

 

 

Sia il Covid che la guerra, secondo il presidente del Censis, rappresentano eventi traumatici. Ma c'è una differenza: "Gli effetti della guerra sono ancora tutti da vedere. Nell'immediato c'è una dimensione che ci tocca ed è quella dei profughi, una dimensione molto diversa dalla quella percepita nella pandemia". E ancora: "La guerra sta compattando una fascia ampia della popolazione, che si offre per il volontariato e che si sente vicina alla gente che non conosce. Al contrario la pandemia aveva alimentato solitudine ed egoismo. Ognuno di noi era un pericolo per l'altro".

 

 

 

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