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Mario Draghi, un'altra mazzata: perché siamo finiti sotto esame

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Attilio Barbieri
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Raffica di bocciature sulle prospettive future del sistema Italia nelle nuove pagelle comunicate ieri da Moody' s. L'agenzia di rating ha sostanzialmente confermato i giudizi sulle società italiane. Peggiorandone però l'outlook. Le prospettive, appunto. L'agenzia americana, ha allineato il giudizio sui nostri bond societari a quelli del debito sovrano dell'Italia. Mossa spiegata con l'anticipo delle elezioni politiche al 25 settembre, dopo la crisi del governo Draghi che ha portato allo scioglimento delle Camere. Un giudizio che il Tesoro italiano non ha condiviso, motivando il dissenso pubblicamente.

 

 

 

PROSPETTIVE

Non si tratta di un declassamento. Il rating vero e proprio delle società e dei Btp rimane quello di prima. In sostanza le prospettive sono state riviste da "stabili" a "negative" - e francamente non è poco - per quattordici banche, nove utility e un buon numero di società varie. Scontato il collegamento con la caduta del governo Draghi. Gli stessi che preconizzavano Borse a picco e spread a 400, utilizzeranno la raffica di giudizi negativi sul futuro del sistema-Italia per dimostrare l'inevitabilità del «governo dei migliori». Dopo-Draghi amaro per le imprese: potrebbe essere questo il titolo di uno dei tanti pezzi sui giornali draghiani. Peccato (per loro) che ieri il differenziale fra i nostri Btp a 10 anni e i Bund tedeschi pariscadenza abbia chiuso a 213 punti base. Era a quota 247 il 21 luglio. Prima della crisi di governo. L'operazione di Moody' s riguarda praticamente tutti i grandi gruppi tricolori. E ricalca la mappa dei soggetti che emettono titoli di debito. Le obbligazioni. Riviste da "stabili" a "negative" le prospettive di quattordici istituzioni finanziarie: Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bper Banca, Banca Carige, Mediocredito Trentino-Alto Adige, Fca Bank, Banca del Mezzogiorno-Mcc, Cassa Centrale Banca, Cassa Centrale Raiffeisen, Cassa Depositi e Prestiti, Invitalia, Crédit Agricole Italia, Credito Emiliano e Mediobanca. Inalterato, invece, il giudizio su Montepaschi di Siena, Banco Bpm, Banca Sella Holding, Beff Bank e Banca Ifis.

 

 

 

ENERGIA E POSTE

Pure le Poste Italiane sono state coinvolte nella revisione. Rating confermato, prospettive riviste in peggioramento. Da stabili a negative. Stessa sorte per Eni e nove utility. Per il Cane a sei zampe invariato a Baa1 il giudizio sul merito di credito, il rating, due tacche sopra al rating sovrano dell'Italia, mentre per le nove utility è stato confermato il rating Baa2. Si tratta di Acea, Hera, Italgas, Snam, Terna, Cdp Reti, 2i Rete Gas, A2a ed Enel, a cui si aggiunge Endesa Italia, il cui rating è di Baa1. Energia alle stelle e utility bocciate. Diversa la situazione nel comparto assicurativo dove Moody' s ha confermato il giudizio di solidità finanziaria assicurativa A3 con outlook stabile di Generali e delle sue controllate italiane, francesi e tedesche. Mentre ha confermato il giudizio per UnipolSai, il cui outlook però passa da stabile a negativo. Una differenza - spiega l'agenzia di rating - che «riflette la concentrazione delle proprie attività». Infine, per quanto riguarda Allianz, confermato A3 e outlook positivo. In pratica l'unica big fra le società italiane a salvarsi da questa raffica di revisioni peggiorative è Generali. Secondo Moody' s, il giudizio sul Leone di Trieste riflette la forte diversificazione geografica del gruppo e il continuo miglioramento del suo profilo finanziario. L'agenzia di rating ha inoltre affermato che il rating di Generali si posiziona al di sopra del rating sovrano dell'Italia, grazie alla capacità della compagnia di reagire a un eventuale scenario di crisi. 

 

 

 

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