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Dalla Ferrari alla Cina, l'affondo di Buttafuoco: non si spegne così il motore di un Paese

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Abbiamo sotto gli occhi la crisi di Magneti Marelli e, scrive Pietrangelo Buttafuoco su Libero, "ci siamo scordati, e tempo n’è passato, della dinastia Fiat. C’è una ben precisa data – l’anno è 2035 – in cui sarà messo a morte il motore a scoppio. Incombe l’elettrico, dunque, e si spegne il rombo; sulle spalle e la pelle di bambini sfruttati in Africa per l’estrazione del cobalto necessario al litio che alimenta le batterie – ma questo è un altro discorso, è stato sempre un altro discorso".  Ma il motore in Italia ha il significato "di sviluppo, di lavoro e di coesione sociale. Un precipitato di realtà, intorno all’industria motoristica, fabbrica l’identità di una nazione". E ora che "l’Italia perde il primo vero volano di crescita nel niente di lavoro, nel niente di sviluppo e nel niente di coesione sociale c’è tutto un ingegno che non va più a genio".

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