Vacanze, servono nuove mete per un turismo più sostenibile

Allargare gli arrivi ad altri luoghi e renderli altrettanto attraenti, per almeno 10 mesi l’anno, è possibile solo con una politica turistica attrattiva
di Bruno Villoismercoledì 18 giugno 2025
Vacanze, servono nuove mete per un turismo più sostenibile
2' di lettura

Il paradigma socio economico del nostro Paese negli 3-4 lustri si è sostanzialmente modificato nell’importanza dei ruoli dei pilasti che lo hanno retto, in termini di concorso alla realizzazione del Pil, di contribuzione fiscale e previdenziale e di occupazione. Il terziario nelle sue ampie e sempre più dilatate conformazioni ha scavalcato la produzione industriale in tutte le componenti che sono all’origine del modus operandi e vivendi dell’intero tessuto sociale. A confermare l’indirizzo intrapreso sono gli indicatori, costantemente in calo da otto trimestri della produzione industriale e in ultimo in aprile dell’export, la cui essenzialità è fornita dalla manifattura, ovvero dal made in Italy.

Il giusto equilibrio di un sistema socio-economico in grado di svilupparsi, abbisognerebbe di un industria più forte in grado di puntare maggiormente sull’occupazione qualificata, visto che nel terziario a guidare l’exploit è essenzialmente il commercio, la cui identità è sempre più indirizzata alla grande distribuzione e all’e-commerce, ai quali non è certo indispensabile utilizzare lavoro specializzato. Solo nel comparto del lusso e nel ricettivo alberghiero di elevato standing sono indispensabili alta preparazione e competenza.

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La crescita costante del terziario e particolarmente della parte dedicata all’attrattività si troverà presto ad affrontare un grande tema: come poter aumentare ulteriormente le presenze che già oggi vanno ripensate dai limiti dimensionali del nostro Paese. I quattro capofila del turismo Roma, Firenze, Venezia e Milano sono sempre più prossimi a raggiungere il potenziale massimo consentito. Allargare gli arrivi ad altri luoghi e renderli altrettanto attraenti, per almeno 10 mesi l’anno, è possibile solo con una politica turistica attrattiva che preveda un deciso miglioramento dei trasporti, sia su gomma che su ferro, associati ad una logistica integrata e ad un elevato sostegno finanziario pubblico da indirizzare al privato che è disponibile ad investire nella costruzione di siti ricettivi compatibili con l’offerta naturale e artistica del nostro Paese.

Per raggiungere l’equilibrio economico-finanziario nelle nuove mete ci vorranno anni e solo una copertura finanziaria pubblica sarà in grado di attivare gli investimenti privati necessari per raggiungere nuove posizioni di rilevanza nel panorama attrattivo internazionale. Senza dimenticare che già oggi nei principali territori vocati al turismo per l’intero anno c’è carenza di personale qualificato, condizione che imporrebbe un indirizzo formativo, e scuole che lo mettano in atto, in modo da stimolare i giovani a lavorare per l’intero anno nelle zone che dovrebbero avere una decisa espansione turistica.

È importante che fin da subito il governo, e in generale l’intera politica, definisca una politica di lungo corso dell’attrattività, basata sulle capacità espansionistiche della nostra Italia, che preveda stimoli agli investimenti privati e parimenti a quelli pubblici, approcci un progetto trasporti e logistica verso l’interno ad est-ovest e sud e lanci un programma di istruzione dedicato all’attrattività turistica e agli insediamenti industriali.

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