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Brasile, Jair Bolsonaro nuovo presidente. Storica svolta a destra, Matteo Salvini: "Ci ridarà Cesare Battisti"

Giulio Bucchi
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È Jair Bolsonaro il nuovo presidente del Brasile. Il candidato della destra ha vinto il ballottaggio con il 55,7% contro il 44,3% di Fernando Haddad, rappresentante del partito dei lavoratori. Una svolta storica, nel segno del sovranismo. Il populismo di Bolsonaro è più vicino all'istrionismo di Donald Trump, soprattutto per affinità personali, ma si inserisce nell'ondata globale che sta travolgendo anche l'Europa all'insegno di tolleranza zero contro la criminalità e le sacche di illegalità. "Cambieremo il destino del Brasile. Vi offriremo un governo degno che lavorerà per tutti i brasiliani", ha commentato a caldo l'ex militare Bolsonaro, accusato a sinistra di razzismo, maschilismo e omofobia. Il Brasile, ha aggiunto, "non poteva continuare a flirtare con il socialismo, il comunismo, il populismo e l'estremismo della sinistra. La verità comincerà a regnare in ogni casa del paese, cominciando dal suo punto più alto, che è la presidenza della Repubblica". Una bocciatura epocale per Lula, Dilma Rousseff e tutta la sinistra brasiliana travolta dagli scandali di corruzione.  Ora, anche per l'Italia, si aprono nuove prospettive: "Anche in Brasile i cittadini hanno mandato a casa la sinistra! - esulta il vicepremier Matteo Salvini - Buon lavoro al Presidente Bolsonaro, l'amicizia fra i nostri Popoli e i nostri Governi sarà ancora più forte! E dopo anni di chiacchiere, chiederò che ci rimandino in Italia il terrorista rosso Cesare Battisti".

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