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Papa Francesco e l'elemosiniere, una voce tragica in Vaticano: "Perché l'ha fatto". Cosa sa su Bergoglio

Giulio Bucchi
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Imbarazzo e rabbia in Vaticano per il gesto ribelle del cardinale Konrad Krajewski, il "Don Corrado" che si è calato nel pozzetto dello stabile occupato abusivamente in via Santa Croce in Gerusalemme per riallacciare l'elettricità tagliata causa 300mila euro di bollette mai pagate.  Leggi anche: L'elemosiniere pro-abusivi? Gli affari loschi nel palazzo occupato a Roma Lui si è preso la piena responsabilità del gesto, definendolo "disperato" e "umanitario". Forte, probabilmente, del "pieno mandato" assegnatogli dal Pontefice in qualità di elemosiniere. Un filo diretto, quello con il Santo Padre, talmente forte che ora pare scontata anche la promozione di Krajewski a capo del Dicastero della Carità, anche se qualcuno in Vaticano, scrive il Quotidiano nazionale, suggerisce una lettura opposta: quella del cardinale sarebbe stata una ripicca proprio nei confronti delle alte sfere che non lo hanno ancora promosso: "Forse si aspettava un premio che non c'è stato". Ma che magari ora verrà, anche perché risulta molto difficile pensare a una punizione. A infliggergliela dovrebbe essere sempre Papa Francesco, che però quando era il "semplice" Bergoglio, cardinale di Buenos Aires, si rese protagonista di un identico caritatevole e illegale gesto. Da che pulpito, si direbbe.

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