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Coronavirus, l'affondo di David Asher: "Le colpe di Xi Jinping, probabile un incidente a Wuhan ad ottobre 2019"

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Torna in voga la teoria secondo la quale il virus sia fuoriuscito dal laboratorio di Wuhan. Forse perché ad avanzare l'ipotesi non è più Donald Trump, bensì Joe Biden, forse perché il team di esperti inviati a indagare sul posto dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) a gennaio 2021, ha fatto ritorno con un semplice pugno di mosche. A fare il punto della situazione David Asher, impegnato da settembre 2020 a gennaio 2021 nell'inchiesta del Dipartimento di Stato Usa sulle origini del Covid-19. "Credo che l'amministrazione Biden abbia semplicemente deciso di rivalutare il nostro lavoro" ha detto Asher in un'intervista rilasciata a la Repubblica.

"Il 15 gennaio scorso la nostra inchiesta ci aveva permesso di scoprire che all’inizio di novembre del 2019 diversi dipendenti dell’Istituto di virologia di Wuhan si erano ammalati con una sintomatologia simile a quella dell’influenza o del Covid. Crediamo che almeno tre di queste persone siano state ricoverate, ma potrebbero essere state molte di più". avvisa Asher. "È probabile che, a partire da ottobre, tutti siano stati contagiati dal Covid-19. Da allora, molti ricercatori dell’Istituto di virologia sono scomparsi: forse sono morti, o forse li hanno fatti sparire. Altri sono stati premiati. Fra di loro il dottor Shi Zhengli, che dirige il Centro per le malattie infettive emergenti di Wuhan".

 

 

Ad acuire i dubbi sull'origine del virus anche il comportamento del governo cinese: "La Cina ha avuto dall’inizio un atteggiamento problematico - racconta l'ex capo delle indagini americane -. Le autorità di Pechino hanno appena annunciato che rifiuteranno ogni collaborazione futura. Ci si domanda perché la Cina si comporti in maniera così sospetta, se non ha nulla da nascondere. La fuga da un laboratorio non è certa al 100% ma, a questo punto, è la sola ipotesi che abbia un senso e che sia coerente con le informazioni in nostro possesso".

L'ipotesi avanzata da David Asher è a dir poco inquietante: "A mio parere le autorità cinesi hanno tentato di controllare un incidente di laboratorio avvenuto a ottobre 2019, forse prima, e non ci sono riuscite. A partire dal 22 o dal 23 gennaio, del caso di Wuhan si è fatto carico l’esercito popolare cinese. La persona scelta per coordinare le operazioni è il generale di divisione Chen Wei, specialista in armi biologiche. Il suo vice è il colonnello Cao Wuchun, il massimo esperto di epidemiologia dell’esercito cinese, che era anche il principale consigliere dell’Istituto di virologia di Wuhan. Si tratta di una prova pesante del fatto che l’Istituto aveva legami con la ricerca militare cinese".

 

 

L'idea di "guerra biologica" ha iniziato a balenare molto tempo fa nelle menti dei vertiti dell'esercito cinese: "Nel 2007 i vertici dell’esercito hanno iniziato a parlare della guerra biologica come della guerra del futuro. Dal 2010 hanno prodotto relazioni sulle ricerche nel campo della difesa biologica, condotte dall’Istituto di virologia di Wuhan. A partire dal 2016, più nulla. Ed è a quell’epoca che i francesi hanno perso il controllo del loro laboratorio Dsla, per poi essere espulsi nel 2018 - sottolinea l'esperto - Ma il governo americano non ha dato peso alla vicenda. L’Nih (National Institute of Health), la Usaid e il dipartimento della Difesa hanno ampliato il loro ruolo a Wuhan, quasi come se volessero approfittare dell’assenza della Francia, invece di suonare il campanello d’allarme". 

Per quale motivo è importante scoprire l'origine del Coronavirus? "Non si tratta solo di una tragedia, ma di un crimine - rimarca David Asher -.  Il ruolo della Cina e la deliberata disinformazione nei confronti del mondo intero sono al centro della questione. Il popolo cinese non ha responsabilità, ma Xi Jinping e i suoi accoliti sì. Credo che sia anche necessario imporre sanzioni alla Cina e mettere in atto un controllo internazionale molto più severo sulla ricerca virologica". 

 

 

 

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