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Alto Adige, sei morti "dopo averla vista": la maledizione della mummia Similaun, orrore sulle Alpi

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Sei persone morte dopo aver avuto un contatto con lei. È la maledizione della Mummia del Similaun, ritrovata il 19 settembre di 30 anni fa sulle Alpi dell'Alto Adige. Attorno alla mummia, lunga 154 centimetri dal peso di 13 chilogrammi e con 61 tatuaggi, circola una terrificante leggenda. A trovare nel 1991 il cacciatore preistorico poi battezzato "Oetzi", risalente a circa 5.300 anni fa, Helmut Simon. A sua volta a ritrovare il cadavere di Simon nel 2004 ci fu Bartholom Kranabetter, cacciatore austriaco di Bad Hofgastein. L'uomo fu trovato morto in posizione prona nelle acque del ruscello che attraversa la Gasteinertal nella zona del Gaiskarkogel, montagna adiacente al massiccio del Gamskarkogels, nelle Alpi Salisburghesi. 

 

 

Eppure le persone colpite dalla maledizione di Oetzi sono ben più numerose. Si conta Konrad Spindler, l'archeologo dell'Università di Innsbruck che per primo aveva studiato Oetzi. Konrad è morto a soli 55 anni per una forma di sclerosi molto aggressiva. Prima di lui è toccato all'archeologo molecolare Tom Loy, trovato deceduto nella sua casa di Brisbane. Poi altre quattro persone che avevano avuto a che fare direttamente con Oetzi.

 

 

A cogliere lo strano nesso tra la mummia e le tragedie, proprio Spindler. Al momento la mummia del Similaun riposa in una cella frigorifera all'interno di un museo costruito appositamente per lei nel centro di Bolzano e meta di migliaia di turisti che ogni anno giungono da tutto il mondo. Forse senza sapere della maledizione. 

 

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