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Ucraina, perché ha ragione Olaf Scholz: in Occidente nulla sarà più come prima

Giuseppe Valditara
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Ha ragione Olaf Scholz: "dopo l'invasione russa dell'Ucraina nulla sarà più come prima". Innanzitutto è necessaria una trasformazione delle istituzioni europee. Occorre rafforzare le istituzioni europee con un esercito e una vera politica estera. Il Covid ci ha insegnato fra l'altro che ci vuole anche una politica sanitaria comune. Vogliamo ancor più di prima la pace, che amiamo insieme con la libertà come bene supremo. Ma come scriveva Vegezio si vis pacem parabellum: a Kiev il pacifismo ha subito un colpo durissimo, le spese militari sono destinate ad aumentare in Occidente.

 

La transizione verde è necessaria, ma non con le modalità ingenue dell'ambientalismo di sinistra. Subito le trivelle nell'Adriatico e nel Mediterraneo: dobbiamo raggiungere alti livelli di indipendenza dal gas straniero. Sullo sfondo: nucleare e idrogeno, insieme a eolico e solare. La difesa dei diritti individuali è sacrosanta, ma occorre uscire dalla loro ideologizzazione che ha portato nei mesi passati a dare più importanza alla questione gender che alla questione russa ed ucraina.

 

 

Torniamo a parlare di cose serie, se non vogliamo che qualcuno si senta attratto dalle autocrazie illiberali. Diventa ancora più drammaticamente attuale la questione immigrazione. L'Europa deve avere una sua identità e non può farsi travolgere da instabilità sociali interne. Accoglienti e umani sì, ma nella legalità e secondo le nostre possibilità di assimilazione. Insomma, paradossalmente ne esce un mondo occidentale certamente più liberalconservatore e meno utopista.

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