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Estonia, l'analista: "Bastano due ore di treno...", perché il Paese sta per esplodere e schierarsi con Putin

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"Dopo l'invasione della Crimea il governo ha preso a minimizzare i problemi con la minoranza russa in Estonia, che qui rappresenta il 30% della popolazione, ma il gap economico esiste, le scuole in cirillico performano peggio delle altre e il Cremlino si serve del disagio per pompare disinformazione, fake news, le teorie cospirative che minano la coesione nazionale", racconta Tomas Jermalavicius, 45 anni, analista dell'International Centre for Defence and Security. Dopo l'invasione dell'Ucraina, l'Estonia "siede sulla mina sociale di un'identità potenzialmente rivendicativa e bastano due ore di treno per raggiungere Narva, il Donbass locale, l'estremo avamposto d'Europa sul confine russo", rivela la Stampa. La sindaca Katri Raik ripete che "i residenti estoni sono trattati tutto allo stesso modo, non importa la loro nazionalità o il colore del passaporto, l'importante è la lealtà e la consapevolezza di vivere in uno stato di diritto".

 

 

"Senza l'Alleanza Atlantica saremmo carne da macello, l'offensiva di Putin è il frutto di un decennio di compiacenza dell'Occidente che si è fatto corrompere dai russi", spiega ancora Jermalavicius. Sabato 5 marzo a sostegno di Kiev sono scesi in piazza in 30 mila in una città di 400 mila abitanti. "Non succederà come nel 1940, se fossimo attaccati la Nato ci difenderebbe e Putin lo sa, l'importante è che l'occidente resti unito e che cominci sin d'ora a programmare un piano Marshall per l'Ucraina", spiega il ministro per l'imprenditoria e l'informazione tecnologica Andres Sull. L'Estonia rafforza i suoi contatti diplomatici: il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e il premier britannico Boris Johnson sono atterrati per garantire l'incremento delle forze militari, da 1300 a circa 3000 unità.

 

 

"La guerra in Ucraina è stata una sveglia per tutti, dieci giorni di fuoco in cui l'occidente si è compattato come mai negli ultimi dieci anni, per l'Estonia si tratta di sicurezza interna e non possiamo contare solo sulle armi, dobbiamo investire nella popolazione russofona fornendo informazioni valide", spiega invece Marla Maigra, ex consulente per la sicurezza nazionale della presidenza estone. In Estonia molti erano sicuri dell'invasione dell'Ucraina. Nel 2008, dopo gli scontri per lo spostamento della statua di un soldato sovietico nel cimitero militare, il governo di Tallinn subì 22 giorni consecutivi di attacchi informatici, banche, uffici, media. Qualcosa che rischia di ripetersi ancora.

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