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Ucraina, il pizzo da 10mila euro per lasciare il Paese: il ricatto dei trafficanti di uomini

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Il passo di frontiera a sud della Moldavia, a Palanca, è quello da dove arriva il maggior flusso di rifugiati ucraini di tutta la Bessarabia. Le persone in fuga da Odessa e Mykolaiv formano file immense di automobili. Che passano di rado, visto che il grosso del peregrinare è composto da traffico pedonale. Donne, anziani e bambini che sfidano temperature sotto zero aspettano ore da un lato del confine e altrettante ore in territorio moldavo. In attesa che arrivino le navette messe a disposizione gratuitamente dal governo moldavo per trasportare tutti a Chisinau. E da lì un po' ovunque in Europa. Le corse non sono così frequenti e i pulmini sono a dir poco desueti, ecco perché i tempi di attesa si allungano parecchio, ma uno dei Paesi più poveri d'Europa sta cercando di tamponare l'emergenza come può. Gli uomini tra la folla non ci sono. O meglio non ci sono più. Fino a tre giorni fa molti di loro guidavano fino alla capitale moldava o fino al territorio rumeno, poi tornavano in Ucraina per combattere i russi o difendere la loro vita, la loro casa, la loro bottega. Quelli che desideravano farlo, s' intende. Ora invece il passaggio non è più consentito. A nessun uomo. Se hai un'età compresa tra i 16 e i 60 anni, e sei in grado di imbracciare una delle armi che il Ministero della Difesa mette a disposizione, devi restare e arruolarti.

 

 

TARIFFARIO
Alla frontiera i militari ucraini controllano che non ci siano tentativi di diserzione. Ma la meticolosità non è poi così di casa visto che nella stessa Palanca, ma ancor più nella vicina Otaci o a Giurgiulesti, dove si entra praticamente subito in Romania e le file in alcune ore della giornata non sono così irreali, si può trattare la propria libertà. Non esiste un vero tariffario per aggirare il blocco e fuggire, ma gli uomini che vogliono farlo possono allungare qualche banconota. Molte banconote. Alcuni di quelli in coda dicono che gli è stato chiesto di pagare 3mila euro. Uno di loro è rimasto con poche decine di euro in tasca e dovrà raggiungere la Grecia ma non ha idea di dove arriverà prima di restare al verde. Ma gli è andata di lusso. Un altro sostiene che la richiesta nel corso delle ore sia diventata standard: 10mila euro. Questa economia parallela è nata da entrambi i lati dei confini. In territorio moldavo ci sono posti di blocco a un paio di chilometri da ogni frontiera con gli agenti che si sincerano che chiunque voglia passare o ne abbia diritto, o sia un volontario, o sia un soccorritore. Tutto per tentare di arrestare il fenomeno degli autisti abusivi che chiedono 300/400 euro per un trasporto privato fino a Chisinau. Stesso dicasi per i tassisti, veri o improvvisati, che in Ucraina chiedono una cifra molto simile per portare persone da Odessa al confine. Ecco allora che le storie di fuga e di migrazione iniziano a coprire casistiche infinite. Durante il viaggio di Libero tra i varchi rumeni e moldavi del confine meridionale, alcuni ci hanno raccontato di essere sulla via del ritorno dopo aver messo al sicuro i propri cari, altri di voler cercare di salvare il salvabile con le proprie attività commerciali e lavorative, altri ancora di voler combattere per la salvezza della loro terra.

 

 

SOLA ANDATA
Poi ci sono le donne, che sarebbero salve, ma se ne incrociano comunque in direzione ucraina. «Dove andate?», chiediamo, «i nostri figli sono in salvo, i nostri mariti non potevano guidare fino a qui e ora torniamo ad aiutarli». Specie da città pesantemente bombardate come Mykolaiv, però, di norma il viaggio è di sola andata. Quantomeno per chi ha contatti in giro per l'Europa o risorse per potersi stabilire altrove in attesa di decifrare il futuro. Chi non ha soldi neanche per pagare il taxi (figuriamoci la "tassa" alla frontiera), e nelle regioni di Odessa e Mykolaiv non sono in pochi, non ha scelta. Se necessario, deve combattere volente o nolente. Oltre a questa "golden visa" speciale, i soldi ai confini servono per far passare un po' qualsiasi cosa: valanghe di contanti, benzina da contrabbandare (per chi rientra, visto che in Ucraina ormai è un lusso), persino lingotti d'oro. E chissà cos' altro. 

 

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