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Dmitry Medvedev, la minaccia: "Umiliateci ancora e ci sarà una enorme esplosione nucleare"

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“Continuare a colpire, umiliare o provare a distruggere la Russia potrebbe portare a una crisi distopica che si concluderebbe con una grande esplosione nucleare”. Lo ha dichiarato Dmitry Medvedev, ex presidente russo nonché uno degli attuali e più alti consiglieri di Vladimir Putin. Parole che non fanno altro che aumentare la tensione tra Stati Uniti e Russia, con quest’ultima che in realtà dà l’impressione di cercare qualsiasi appiglio per alzare i toni e il livello delle minacce.

 

 

Quella atomica è ovviamente la più pericolosa, perché genererebbe uno scenario da “fine del mondo”. Secondo le strumentali teorie di Medvedev, gli americani starebbero ordendo un complotto a lungo termine per distruggere la Russia. Secondo l’ex presidente gli Stati Uniti starebbero cospirando contro Musca fin dalla caduta dell’Unione Sovietica, avvenuta nel 1991. “Le opinioni di Medvedev - si legge sull’agenzia Reuters - una volta considerato uno dei membri meno aggressivi della cerchia di Putin, danno uno spaccato del pensiero all’eterno del Cremlino mentre Mosca affronta il più grande confronto con l’Occidente dalla crisi dei missili cubani del 1962”.

 

 

Gli Stati Uniti hanno ribadito in più occasioni di non volere il crollo della Russia, eppure Putin ha affermato che l’operazione militare condotta in Ucraina è “necessaria” per evitare che Washington possa usare Kiev come trampolino per arrivare a colpire Mosca. Insomma, due sono le cose: o in Russia sono diventati tutti matti o, più probabilmente, le folli dichiarazioni di Medvedev e affini servono a giustificare determinate azioni belliche.

 

 

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