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Zelensky stroncato dalle mogli del Battaglione Azov: "Siamo disperate, come cancella i nostri uomini"

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"Stanno cercando di tapparci la bocca": le mogli dei soldati del battaglione Azov attaccano il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il suo governo. Secondo loro, non si starebbe facendo abbastanza per aiutare i militari intrappolati da settimane nell'acciaieria Azovstal di Mariupol. Per esprime il proprio disappunto e la propria rabbia, le donne sono addirittura scese in piazza. Ed è paradossale che abbiano scelto come luogo di protesta la piazza dell’Indipendenza a Kiev, la celebre Maidan, dove si tennero le rivolte del 2014 contro la presidenza filo-russa di Viktor Yanukovich.

 

 

 

Nel corso delle manifestazioni, mogli, madri e sorelle dei soldati Azov si sono lamentate del fatto che il governo non starebbe facendo nulla per risolvere l’assedio dell’impianto siderurgico, che è sotto bombardamento russo da giorni. Non sono mancati nemmeno momenti di tensione, che hanno reso necessario l'intervento delle forze dell’ordine. Queste ultime hanno ricordato che il Paese è “sotto legge marziale” e che quindi “le manifestazioni sono proibite”.

 

 

 

"Siamo disperate, forse il nostro governo non vuole parlare di Azov e Mariupol - ha raccontato la sorella di un soldato Azov a Repubblica -. Stanno cercando di chiudere l’argomento Mariupol in modo che la gente non parli e si dimentichi della guarnigione militare. Non ci supportano". Le proteste, come spiega il Riformista, sarebbero nate sul gruppo Instagram “Save Mariupol”, che poi però sarebbe stato oscurato.

 

 

 

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