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Boris Johnson, "golpe" dei conservatori: "Cacciato già nella notte", un terremoto politico

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Credeva di salvarsi, tanto da aver evocato la crisi in Ucraina come elemento che rendeva il suo passo indietro o la sua cacciata impossibile. Ma sembra essere tutto l'opposto: Boris Johnson sta per crollare. Giorni contati, forse minuti. Quasi scontato. Non ci sono più dubbi. A Westminster è di fatto in corso un "golpe" del partito conservatore. Obiettivo, cacciarlo. "Già questa sera", dicono fonti interne. Il tutto sfiduciandolo nella notte, in quella che sarebbe una drammatica fine politica. Lui, da par suo, non ha alcuna intenzione di dimettersi, tanto che da Downing Street fonti confermano che, piuttosto, arriverà allo scontro istituzionale. BoJo pronto a restare e convocare nuove elezioni, una sorta di referendum ad-personam su di lui.

Ad ora sono 38 i rappresentanti del governo che hanno rassegnato le dimissioni nelle ultime ore, una quota pari a circa il 20 per cento dell'esecutivo. I primi addii ieri, due ministri pesantissimi come il Cancelliere dello Scacchiere (ministro delle Finanze) Rishi Sunak, e quello della Salute, Sajid Javid. Oggi molti sottosegretari, segretarti privati e inviati speciali per il commercio.

Il ritornello di tutti è semplice: "Boris Johnson non ha più la mia fiducia". Dopo una lunga serie di scandali e scandalucci, compreso quello delle feste durante il lockdown Covid, il colpo di grazia è arrivato per il caso di Christopher Pincher, il "chief whip", la persona che ha il compito di indicare e disciplinare i voti dei conservatori alla Camera dei Comuni, ruolo di assoluto rilievo. Pincher si è infatti dimesso giovedì scorso dopo aver molestato in un pub, da ubriaco, due giovani attivisti conservatori. Dunque è emerso che questo tipo di comportamenti, Pincher, li avrebbe avuto per anni. E BoJo li avrebbe sempre coperti. E ora, per Boris Johnson, saremmo arrivati alla fine. Con tutte le dirompenti conseguenze che una crisi di governo nel Regno Unito potrebbe provocare.

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