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Patrushev, vice-Putin avvelenato e due generali "suicidi": l'ora del terrore al Cremlino

Maurizio Stefanini
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«Non credo che il presidente russo Vladimir Putin sarà vivo nel 2023. Presto sarà ricoverato in un sanatorio. Dal quale non uscirà più come leader russo», aveva detto a maggio Sir Richard Dearlove, ex capo del Servizio britannico MI6 dal 1999 al 2004. «Se la mia tesi si rivelasse vera e Putin scomparisse in un sanatorio, Nikolai Patrushev sarebbe il probabile sostituto. E, ovviamente, in questo scenario, il sostituto sarà con ogni probabilità in carica permanente».

 

Ma Nikolai Patrushev secondo un'indiscrezione lanciata da General Svr su Telegram sarebbe stato avvelenato e ricoverato d'urgenza in ospedale. I risultati dei test tossicologici hanno rivelato che Patrushev è stato afflitto da un "veleno sintetico", riuscendo tuttavia a sopravvivere. Patrushev «è stato salvato da cure mediche tempestive e, probabilmente, da una concentrazione insufficientemente elevata del veleno». Per i media russi si sarebbe tentato di un vero e proprio attentato. Ex capo dei servizi segreti interni dell'Fsb, Nikolai Patrushev ha 71 anni e la sua carriera politica è fortemente legata a quella di Putin.

Potente segretario del Consiglio di sicurezza e stretto alleato dello Zar dai tempi in cui erano insieme al Kgb di San Pietroburgo, da quando Putin è stato nominato capo del servizio di sicurezza interno Fsb nel 1998, l'agenzia che è succeduta al Kgb, e ha iniziato la sua rapida ascesa alla presidenza russa, Patrushev è sempre stato al suo fianco, tanto che in tanti lo considerano «il diavolo sulla spalla di Putin che gli sussurrava veleno nell'orecchio». Ma il rapporto tra i due non è sempre stato idilliaco. Patrushev visse infatti con invidia la promozione di Putin a capo dell'Fsb da semplice tenente colonnello, mentre lui era colonnello generale. Ma quando Putin venne scelto come primo ministro da Eltsin, Patrushev dimenticò di essere stati scavalcato e ne approfittò per sedersi sulla poltrone dell'Fsb per proteggere e controllare la posizione dell'amico.

 

Oltre all'avvelenato ci sono anche due suicidi legati ai Servizi. Yevgeny Lobachev, 76enne maggior generale dell'Fsb in congedo, è stato trovato morto nel centro di Mosca in via Kachalinskaya, sul pianerottolo della sua abitazione. Secondo la Tass, il generale soffriva una grave malattia e si è suicidato, sparandosi con la pistola sovietica Tt trovata vicino al suo corpo. Il 20 luglio la moglie si era rivolta alla polizia, dicendo che suo marito era andato a fare una passeggiata e non era tornato. Sembra che avesse difficoltà finanziarie. Lo scorso giugno era stato invece il 90enne Lev Sotskov, maggior generale del Servizio Spionaggio Estero (Svr), a essere trovato morto nel suo appartamento a Mosca. 

Una commissione investigativa ha avviato un'indagine sul suo probabile suicidio. Anche accanto al suo corpo è stata trovata una pistola sovietica Tt. Autore di libri e raccolte di documenti storici, ha lasciato un biglietto d'addio: «la pistola è una reliquia delle battaglie sul fiume Khalkhin Gol» Combattuta nel 1939. «L'ho ricevuta quando ero un rappresentante presso il Servizio dell'intelligence della Mongolia». È invece il capo dell'MI6 attuale Richard Moore a dire in una conferenza che 400 agenti dell'intelligence russa che operavano sotto copertura diplomatica e che sono stati espulsi in Europa dall'inizio della guerra erano la metà di quelli attivi.

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