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Putin umiliato da Xi Jinping, il piano "trans-Caspio": ira del Cremlino

Xi Jinping e Vladimir Putin

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Non ne è uscito bene Vladimir Putin dal summit dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai che si è concluso a Samarcanda, in Uzbekistan. Lo zar è stato completamente sovrastato dalla figura di Xi Jinping. Non solo il presidente cinese ha preso le distanze da Putin sulla guerra in Ucraina esprimendo forte "preoccupazione" e confermando che non aiuterà militarmente l'"amico russo" ma sta per "rubare" alla Russia il suo "giardino di casa"

A Samarcanda infatti Xi Jinping ha parlato del progetto di corridoio logistico trans-Caspio, che deve unire il Kirghizistan e l'Uzbekistan con la regione occidentale cinese dello Xinjiang. Si tratta di un piano alternativo al corridoio Trans-Eurasia che invece è controllato dai russi. Xi Jinping e i diplomatici cinesi hanno - a parole - rassicurato Putin sulla loro volontà di collaborazione nella regione, ma Mosca è molto adirata per questo sempre più profondo coinvolgimento cinese in quello che un tempo era una sua depandance.

 

 

"La Cina e la Russia tradizionalmente hanno svolto ruoli differenti in Asia centrale, con Mosca che forniva la sicurezza per le ex repubbliche sovietiche e Pechino che agiva come motore economico. Ma questa cosa è cambiata dall'inizio del conflitto ucraino", ha affermato al South China Morning Post l'analista politico Li Lifan, specialista di Russia e Asia central presso l'Accademia delle scienze sociali di Shanghai, secondo quanto riporta l'agenzia Aska. "La Cina ha accresciuto le sue attività in Asia centrale, il che inevitabilmente andrà in conflitto con gli interessi della Russia".

 

 

Insomma, Putin esce dal summit di Samarcanda ancora più debole. La posizione presa dai Paesi centro-asiatici sulla "operazione" in Ucraina è significativa. Di fatto hanno tutti appoggiato la linea di Pechino, ovvero non una esplicita condanna in sede Onu ma nessun tipo di sostegno Nè per quanto riguarda l'appoggio militare né per l'alleggerimento delle sanzioni. Addirittura il Kazakistan, alleato storico di Mosca, ha aderito alle sanzioni occidentali.

 

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