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Nord Stream, "individuato un sottomarino". Il sospetto: chi c'era in fondo al mare

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In merito alle esplosioni che hanno interessato il gasdotto Nord Stream girano parecchie voci di “sabotaggio”. Ad opera di chi è da chiarire: circolano diversi sospetti sulla Russia, che in teoria sarebbe quella che subirebbe più danni, ma che in realtà potrebbe aver studiato una strategia per alzare ulteriormente la tensione, dato che i due gasdotti non erano in funzione prima ancora dell’esplosione.

 

 

Secondo gran parte dei servizi di intelligence occidentali, dietro all’accaduto ci sarebbero degli incursori altamente qualificati che sarebbero stati portati in zona da un sottomarino. Si tende quindi ad escludere un guasto: “Diverse fonti - si legge sul Messaggero - riferiscono di aver monitorato il web e avviato specifiche attività di ricerca arrivando a individuare in quella parte del mar Baltico che ancora ribolle per l'energia del gas, un sottomarino russo nucleare Ssn classe Oscar II Belgorod. Questo lascerebbe supporre che possano essere stati utilizzati dei veicoli subacquei autonomi attraverso un sottomarino ospite, che potrebbe essere proprio il Belgorod”.

 

 

La Russia è tra i pochi paesi ad avere unità speciali abbastanza addestrate per un’operazione di tale complessità: “Si è trattato - scrive ancora il Messaggero - di trasportare una quantità di esplosivo enorme in quella parte di mare. Il sottomarino potrebbe aver lasciato il gruppo di sommozzatori a due-tre miglia dal luogo dove poi sono avvenute le esplosioni. Altri incursori potrebbero essere arrivati a bordo di un gommone”.

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