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Meloni, Marine Le Pen tifa per la crisi: "Governo più breve della storia"

Mauro Zanon
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«Il popolo italiano ha deciso di riprendere il proprio destino in mano, eleggendo un governo patriota e sovranista. Complimenti a Giorgia Meloni e a Matteo Salvini per aver resistito alle minacce di un'Unione europea antidemocratica e arrogante ottenendo una grande vittoria!». Così commentava su Twitter Marine Le Pen, leader del Rassemblement national (Rn), all'indomani del trionfo della coalizione di destra alle elezioni politiche italiane del 25 settembre scorso. Ma a nessuno, a Parigi, è sfuggito l'esercizio di equilibrismo riassunto in quel tweet: perché la vittoria schiacciante della candidata di Fratelli d'Italia ha sancito allo stesso tempo il ridimensionamento del Carroccio, alleato storico della figlia di Jean-Marie Le Pen, e tra Giorgia e Marine i rapporti sono pessimi.

 

 

 

Il Journal du dimanche ha raccontato quanto fosse imbarazzata Le Pen nel fare quei complimenti e nel constatare che la «petite Giorgià», quella su cui non avrebbe scommesso nemmeno un euro, è riuscita a fare in quattro anni quello che lei non è mai riuscita a fare in tutta la vita: costruire un progetto politico vincente, passando dal 4% al 26%%, e prendere le redini del proprio Paese. Ufficialmente, il partito di Marine considera l'elezione di Meloni il simbolo di una «primavera dei popoli» in salsa sovranista, che preannuncia un «risveglio dei patrioti» alle elezioni europee del 2024, secondo le parole dell'eurodeputato Rn Jean-Lin Lacapelle.

 

 

 

 

Ma in forma anonima, i lepenisti dicono come stanno veramente le cose e quanto siano infastiditi dall'ascesa di Giorgià. «Meloni è antiabortista, anti-Lgbt, molto cattolica... non mi piace e nemmeno a Le Pen piace», afferma un deputato Rn al Journal du dimanche. Un altro si augura che il tumultuoso sistema politico italiano renda il regno di «Meloni l'atlantista» il più breve della storia. Lo stato maggiore del Rassemblement national, al settimanale Obs, ha confermato che tra le due donne non è previsto nessun incontro «né a breve né a medio termine», ricordando che in aprile la leader di Fratelli d'Italia, non fece nessun endorsement a favore di Marine. «Io guido la famiglia dei conservatori europei. In Francia non ci sono al ballottaggio candidati che rappresentano il partito guidato da me», dichiarò la Meloni. E se è vero che in materia di lotta all'immigrazione clandestina e sovranismo le loro posizioni quasi collimano, è vero anche che in politica estera sono quasi agli antipodi, con la francese è sempre stata ambigua sulla guerra in Ucraina, e dalle banche russe, si sa, è stata finanziata.

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