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Ucraina, troppo sangue: perché serve subito la pace

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Vittorio Feltri
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Sarà perché sono di Bergamo e non c'è nulla di internazionale nel mio animo montanaro, ma non capisco il senso della guerra che funesta l'Ucraina e pure la Russia . Il conflitto che divide i due Paesi avviene per questioni territoriali: questa regione è mia e me la tengo io; no, non è tua e me la ripiglio io. E giù bombe a grappolo e missili, città rase al suolo, case senza riscaldamento e prive di acqua potabile. Senza contare le migliaia di morti ammazzati, tra cui vecchi e bambini, persino cani e gatti.

 

 

 

Pare che i russi contino 80 mila morti e gli ucraini il doppio. E la macelleria continua ad essere attiva da oltre 8 mesi e nessuno dei due contendenti sembra abbia intenzione di smetterla di sparare a capocchia. Intanto la gente crepa perché colpita dalle armi o perché congelata, dato che da quelle parti il ​​generale inverno nel corso dei secoli ne ha già stecchiti parecchi. Lo sanno anche i bambini delle elementari, cioè tutti, tranne due imbecilli, Putin e Zelensky,i quali non si rendono conto di sottoporre a due popoli una tortura infinita. Essi non comprendono che, andando avanti di questo passo, entrambi sono destinati a passare alla storia come due deficienti i quali, anziché mettere da parte per un momento la spocchia al fine di incontrarsi per trovare una soluzione incruenta, seguitano a far scorrere fiumi di sangue . Qualsiasi scontro può cessare con una strage oppure con una trattativa, ovviamente bilaterale, che preveda qualche pretesa e qualche cedimento.

 

 

 

Va da sè che al termine del patteggiamento ambedue le parti saranno scontente, tuttavia è meglio una incazzatura di un massacro senza interruzione. Non è un segreto che il presidente di Kiev confidi nel sostegno dell'Occidente per resistere agli assalti nemici e, in effetti, egli ha ricevuto armi in quantità nonché aiuti finanziari. Ciò gli ha permesso di combattere efficacemente per mesi e mesi, però dovrebbe considerare che prima o poi i Paesi che si sono adoperati in suo soccorso si stancheranno di appoggiarlo spendendo cifre non indifferenti. Così come lo zar dovrebbe valutare che questa guerra, qualora si prolungasse ulteriormente, finirebbe con il ledere la sua immagine ed erodere il consenso di cui gode in patria. Il mondo tutto non mi risulta abbia voglia di presunti eroismi bellici,aspira piuttosto a una concordia generale che permetta uno sviluppo economico. In altre parole, i popoli temono che il demente di Mosca perda la pazienza e faccia ricorso alla atomica, che soltanto a nominarla fa tremare i polsi. Non sono in grado di stabilire quale dei due contendenti abbia ragione e quale torto, ma alla luce degli avvenimenti ritengo che siano parimenti fuori di testa. Non hanno ancora imparato che i contrasti cruenti danneggiano tanto chi li promuove quanto chili subisce. 

 

 

 

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