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"Perché il Brasile non darà armi all'Ucraina": Lula gela il Pd

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Il Brasile si tira fuori dalla guerra in Ucraina e non ha alcun interesse a dare munizioni perché siano utilizzate in un conflitto. Lo ha detto il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, nel corso della conferenza stampa congiunta con il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, a termine di un incontro bilaterale tra i due leader a Brasilia. "Il Brasile non ha interesse a fornire munizioni perché siano utilizzate in un conflitto. Siamo un paese di Pace, il nostro ultimo contenzioso è stata la guerra con il Paraguay alla fine dell'800. Non vogliamo avere alcuna partecipazione, anche indiretta, ad alcun conflitto, perché penso che dobbiamo lavorare per trovare la pace. Si parla ancora poco di pace. So che il cancelliere Scholz è andato più volte in Russia per cercare di evitare il conflitto e che l'Europa è vittima della guerra, soprattutto per gli effetti sul settore dell'energia", ha detto il presidente brasiliano, che ha vinto le ultime elezioni presidenziali contro Bolsonaro ed è tornato a essere l'idolo del Pd. Un Pd che sulle armi a Kiev ha, forse giocoforza, un'altra posizione. Sicuramente quella di Lula è maggiormente in linea con il "no" di Giuseppe Conte e del Movimento 5 Stelle, anche se secondo molti commentatori la politica del governo brasiliano è fortemente condizionata dai legami storici, politici ed economici della sinistra locale con Mosca.

La scorsa settimana il presidente Lula aveva respinto la richiesta del governo della Germania di inviare munizioni per carri armati destinati all'Ucraina. Le munizioni calibro 105mm in dotazioni al Leopard-1 sarebbero state vendute alla Germania per 25 milioni di real, e da Berlino trasferito in Ucraina. Lo scorso anno, nel corso della campagna elettorale Lula aveva criticato duramente il presidente ucraino Volodymyr Zelenski e accusato Stati Uniti, Europa e Nato di non aver fatto abbastanza per accettare le condizioni di Putin per evitare il conflitto. Oggi in conferenza stampa Lula ha dichiarato di avere "più chiarezza" sulla situazione. "Sono consapevole che il presidente russo Vladimir Putin abbia fatto l'errore classico di invadere territorio di un altro Stato. Ha sbagliato, questo è chiaro. Ma mi pare evidente che pochi vogliano parlare di pace adesso. So che non è facile, ma so anche che se si inizia a volte non si sa come fermarsi".
 

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