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Christine Lagarde, la bomba di lady Bce: come sta facendo saltare l'Italia

Michele Zaccardi
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L’Italia ha smesso di crescere: la cura Lagarde funziona. Dopo diversi mesi di numeri sopra le aspettative, nel secondo trimestre la scure dei rialzi dei tassi di interesse brandita da Francoforte si è abbattuta sull’economia italiana, che ha registrato una contrazione dello 0,3% sui tre mesi precedenti. A mettere nero su bianco gli effetti delle decisioni della Banca centrale europea è l’Istat, secondo cui a determinare il calo del prodotto interno lordo (Pil) è stata la dinamica asfittica della domanda interna (consumi e investimenti), il segmento sul quale la leva del costo del denaro manovrata da Christine Lagarde esercita le maggiori pressioni. La flessione, scrive l’istituto di statistica nella sua stima preliminare, «proviene dalla componente nazionale al lordo delle scorte, con la componente estera netta (le esportazioni, ndr) che ha fornito un apporto nullo».

 

 

ARRETRAMENTO
Dal punto di vista dell’offerta, invece, l’arretramento è ascrivibile al settore agricolo, particolarmente colpito dal maltempo degli ultimi mesi, e alla frenata della manifattura, mentre tengono i servizi. «Sui risultati hanno influito» spiega in una nota il Ministero dell’Economia (Mef), «la flessione del ciclo internazionale dell’industria, il rialzo dei tassi di interesse e l’impatto della fase prolungata di rialzo dei prezzi sul potere d’acquisto delle famiglie». Anche il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, punta il dito contro Francoforte, ricordando che il «rallentamento degli investimenti è dovuto all’aumento dei tassi da parte della Bce». Il calo del secondo trimestre, peggiore delle attese, non trascina comunque in territorio negativo il dato annuale: il Pil segna comunque una variazione positiva (la decima consecutiva) dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. Numeri che consentono di stimare una crescita acquisita per il 2023 (ovvero nel caso in cui il Pil risultasse piatto fino alla fine dell’anno) dello 0,8%, «in leggera discesa» precisa l’Istat, «rispetto al valore del primo trimestre, che era stato pari allo 0,9%».

 


I CONTI PUBBLICI
Secondo il Mef, la gelata sulle prospettive dell’economia italiana non metterà a repentaglio le cifre su deficit e debito incardinate nel Def, il documento che traccia il quadro della finanza pubblica, che stima il Pil in aumento dell’1% per il 2023. «Questo obiettivo di crescita è ancora pienamente alla portata e si continuerà a perseguirlo con le politiche economiche di responsabilità prudente apprezzate e riconosciute come valide in ambito internazionale» fa sapere il Mef. Il governo, ribadisce poi il Tesoro, interverrà per «assicurare l’attuazione degli investimenti pubblici e del Pnrr» e «per favorire l’ulteriore discesa dell’inflazione». Va detto che, per la prima volta da quasi due anni a questa parte, l’Italia fa peggio sul fronte della crescita congiunturale rispetto agli altri Paesi europei: la Francia ha messo a segno un +0,5%, la Spagna un +0,4% e la Germania una variazione nulla. Sempre nel secondo trimestre, il Pil dell’Eurozona è aumentato dello 0,3% sul periodo gennaio-marzo e dello 0,6% rispetto all’anno scorso.

 


Le notizie sono più positive per quanto riguarda l’inflazione, che ritorna ai livelli di aprile 2022. A luglio l’indice nazionale dei prezzi al consumo ha registrato un incremento dello 0,1% su base mensile e del 6% annuo, in calo dal 6,4% di giugno. L’inflazione, dunque, decelera soprattutto per il rallentamento, su base annua, dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +4,7 a +2,4%), dei beni energetici non regolamentati (da +8,4 a +7,0%) e degli alimentari lavorati (da +11,5 a +10,9%). Anche l’inflazione di fondo, che esclude energia e alimentari freschi, risulta in calo, attestandosi al 5,2% dal 5,6% del mese precedente, mentre il carrello della spesa (che comprende spese per la casa, cibo e prodotti per l’igiene personale) scende al 10,4%. Intanto, per contrastare il carovita il governo ha lanciato un patto anti-inflazione tra produttori e distributori che, assicura Urso, darà «un colpo decisivo all’inflazione». «Presenteremo un paniere di prodotti calmierati» ha dichiarato il ministro, aggiungendo che la social card e il taglio del cuneo fiscale «aiuteranno le famiglie». 

 

 

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