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Hamas, gli orrori nascosti dai quotidiani italiani

Carlo Nicolato
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Leggendo i resoconti dei giornali italiani sull’attacco di Hamas in Israele sembra che uno Stato legittimo abbia invaso il suo vicino, seppur di sorpresa e spietatamente, ma comunque nei limiti di un’operazione militare in piena regola. Si evince perfino una certa compiaciuta ammirazione nel descrivere i brillanti metodi escogitati dai miliziani per oltrepassare la frontiera e introdursi tra inermi civili e linee del nemico, come l’uso di deltaplani, ruspe, moto, gommoni e a piedi, attraverso il deserto. Pochi accenni invece sulle atrocità commesse da tali miliziani sui soldati dell’Idf catturati e soprattutto sulla popolazione civile per quel che è stato invece un attacco terroristico tra i peggiori della storia. I video delle esecuzioni e dei rapimenti rendono chiara una cosa: Hamas non è una banda di “rivoluzionari” o “combattenti per la libertà”, come in certi casi si tende ancora a dipingerli, sono beceri terroristi la cui diabolica ferocia è paragonabile solo a quella dell’Isis e dei loro simili.

L’attacco al Nature Party del Kibbutz Re’im somiglia ad esempio a quello di Al Shaabab al college di Garissa in Kenya, in cui furono trucidati a sangue freddo quasi 150 studenti cristiani, o a quello del Bataclan di Parigi, in cui morirono altrettanti giovani. I terroristi di Hamas hanno colpito il campo con bombe e granate, l’hanno circondato e hanno sparato contro le stesse tende dove i giovani colti nel sonno cercavano disperatamente di nascondersi. Quelli che sono riusciti a fuggire in auto sono stati raggiunti da missili. Testimoni parlano di un gruppo di 50 ragazzi colpiti da granate e finiti a colpi di mitragliatice. I corpi di quelli che non erano ancora morti sono stati trascinati via e saranno utilizzati come ostaggi. Il numero totale di vittime in questo attacco è ancora impossibile da conteggiare, ma si parla di centinaia, così come sono decine le ragazze rapite da questo campo di cui non si sa ancora nulla.

 

 

Sulle pagine social dell’organizzazione terrorista appaiono immagini di soldati decapitati, cadaveri mutilati e umiliati. Presi a calci e derisi. In un video un terrorista schiaccia la testa sanguinante di un giovane soldato ucciso. In un altro si vedono militari dell’Idf raggiunti e massacrati di botte, poi finiti sul posto. Altri, ancora vivi, vengono trascinati come bestie, senza alcun rispetto per le regole di umanità più elementari. In un altro video appare una ragazza coperta di sangue, trascinata per i capelli, caricata su una camionetta e portata via. Anche lei sarà utilizzata come ostaggio. In un’altra immagine i terroristi di Hamas sono seduti sul corpo di una donna nuda ed esanime, probabilmente morta. In un altro ancora appare un terrorista accanto a una donna anziana in sedia a rotelle obbligata a imbracciare un mitragliatore e a fare il segno della vittoria. Anche le donne vengono umiliate, rappresentate come bottino di guerra. Testimoni parlano anche di violenze carnali, mentre le autorità hanno confermato che «Hamas sta usando lo stupro come arma di guerra». E poi case sventrate, messe a fuoco, depredate, auto coi loro occupanti civili fatte esplodere. Come quelli dell’Isis i miliziani di Hamas coprono il loro volto in tutti i video in cui compaiono, lanciano strali in nome di Allah, promettono sangue e vendetta. Coprono il volto ma hanno gettato la maschera, la scusa della lotta perla libertà di un popolo non regge più. 

 

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