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Israele, operazione spade di ferro: Hamas decapitata

Maurizio Stefanini
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Sarebbero una sessantina i comandanti di Hamas uccisi dall’inizio della controffensiva israeliana. Per ora, solo tra quelli presenti nella Striscia. Israele fa capire che i servizi segreti si incaricheranno anche dei leader di massimo livello che cercando di starsene al sicuro nelle monarchie del Golfo, attraverso presumibilmente una serie di omicidi mirati come quelli che colpirono i responsabili della strage degli atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Ma avverrà in un secondo momento. Tra questi in particolare il capo supremo Ismail Haniyeh, che vive in un lussuoso albergo in Qatar con la sua grande famiglia. Ma un suo fratello e un suo nipote sono stati uccisi il 17 ottobre in un bombardamento a Gaza. Primo obiettivo è Yahya Sinwar, capo di Hamas a Gaza. Di seguito i tagliagole eliminati.

Ahmed Siam. Comandante della Naser Radwan Company di Hamas è stato ucciso ieri in un raid, su indicazioni dell'intelligence e delle truppe sul terreno. Teneva come ostaggi circa 1.000 abitanti di Gaza nell'ospedale Rantisi e aveva impedito loro di evacuare verso sud. Secondo un portavoce militare israeliano, è stato ucciso mentre si nascondeva all'interno della scuola Al Buraq, insieme ad altri terroristi. Ciò dimostrerebbe «ancora un volta l'uso di Hamas dei civili come scudi umani a fini di terrorismo».

 

 

Mohsen Abu Zina. Martedì un portavoce dell’Idf ha detto che Israele aveva ucciso, «uno dei principali sviluppatori di armi di Hamas ed esperto nello sviluppo di armi strategiche e razzi usati dai terroristi di Hamas».

Wael Asfeh. Lunedì l’Idf ha dichiarato di aver ucciso un «comandante di battaglione» responsabile dell’invio di unità d’élite in Israele il 7 ottobre. Ahmed Musa, Omar Al-Hindi e Mohammed Kahlout. Sono stati uccisi a Jabalya, nel nord della Striscia, la notte tra giovedì e venerdì. I primi due erano comandanti dell'Unità Nukbha, che ha preso parte all'attacco omicida del 7 ottobre. Il terzo era il comandante dell'unità dei cecchini della Brigata nord di Hamas.

Ezzam Abu Raffa e Ratib Abu Tzahiban. Uccisi nel raid di terra la notte tra il 27 e il 28 ottobre. Come ha sottolineato in un briefing mattutino con la stampa il portavoce militare israeliano Daniel Hagari «erano terroristi di punta del livello tattico di Hamas. Per questo la loro eliminazione rappresenta un valore aggiunto per il combattimento in atto».

 

 

Ezzam Abu Raffa era responsabile del sistema dei missili anti tank, dei droni, della sorveglianza aerea, dei parapendii e dell'intera difesa aerea di Hamas. Proprio per i suoi compiti, era stato tra i protagonisti dell'attacco del 7 ottobre contro Israele che ha permesso ad Hamas di superare la barriera difensiva dello Stato ebraico e piombare nei kibbutz attorno alla Striscia. Ratib Abu Tzahiban era il comandante delle forze navali della Brigata Gaza City. Come mostra un video diffuso dall'esercito israeliano, l'edificio dove si trovava è stato centrato con un raid dal cielo. Lo scorso 24 ottobre, una dozzina di suoi uomini-rana avevano cercato di entrare nella costa di Zikim, nel sud di Israele, venendo però respinti e perdendo quattro uomini.

Khan Yunis. Capo dell'intelligence di Hamas. Israele ha rivendicato il 17 ottobre di averlo ucciso in un raid aereo su Gaza. Ayman Nofal. Comandante della Brigata di Gaza Centrale, membro del massimo comitato di comando militare di Hamas e uno dei suoi leader più anziani, è stato ucciso il pomeriggio del 17 ottobre in un attacco aereo.

Billal Al Kedra e Muetaz Eid. Il 15 ottobre le forze di difesa israeliane hanno annunciato di aver ucciso un comandante di Hamas che aveva guidato l’attacco al Kibbutz Nirim il 7 ottobre e il comandante del distretto meridionale di sicurezza nazionale di Hamas.

Ali Qadhi e Murad Abu Murad. La loro morte è stata annunciata il 14 ottobre. Ali Qadhi era comandante di compagnia nell’unità d’élite di Hamas Nukhebà che secondo Israele avrebbe «guidato il massiccio attacco dei miliziani contro Israele». Murad Abu Murad, il capo dell'aeronautica di Hamas, avrebbe avuto – sempre secondo fonti militari israeliane – «un ruolo importante nel dirigere i terroristi durante il massacro». Nel 2005 Ali Qadhi era stato protagonista del rapimento e dell’uccisione di civili israeliani. Entrambi furono catturati dopo l’attacco terroristico e poi rilasciati nel 2011 in un’operazione che prevedeva lo scambio di prigionieri palestinesi in cambio della liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit. Jamila al Shanti. L'unica donna ad essere membro dell'ufficio politico della fazione islamica al potere a Gaza. Nasim Abu Ajina. Comandante del Battaglione “Beit Lahia” della Brigata Nord di Hamas, che ha diretto il massacro del 7 ottobre nel Kibbutz Erez e Moshav Netiv HaAsara. 

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