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Giorgia Meloni, il retroscena: così il premier fa rosicare Eliseo e Macron

Mauro Zanon
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Il doppio gioco africano di Giorgia Meloni». Così il settimanale Le Point, di proprietà della famiglia Pinault, ha presentato il vertice Italia-Africa organizzato ieri a Roma a Palazzo Madama dal premier italiano Giorgia Meloni per dettagliare il “Piano Mattei”, ambizioso progetto di politica estera per fare dell’Italia il principale ponte tra Europa e Africa nel solco delle lezioni di Enrico Mattei, fondatore dell’Eni. «A sei mesi dalle elezioni europee, Meloni riuscirà a presentare l’Italia, che quest’anno presiede il G7, come il ponte naturale tra l’Africa e l’Europa? Non vi è nulla di più incerto», si legge nell’articolo del Point.

 Parole che lasciano trapelare tutto il fastidio francese verso l’attivismo africano della leader di Fratelli d’Italia da quando è salita a Palazzo Chigi. Il commento del settimanale francese è tutto un minimizzare i successi diplomatici di Meloni, che ha scalzato Parigi da interlocutore privilegiato nei Paesi del Maghreb, ha portato avanti e rafforzato i progetti bilaterali avviati dall’ex premier Mario Draghi (in particolare con l’Algeria in campo energetico, con il maxi-accordo tra Eni e Sonatrach, il gigante degli idrocarburi algerino) e ieri a Roma ha riunito venticinque capi di Stato e di governo africani per un vertice storico, durante il quale sono stati annunciati 5,5 miliardi euro di investimenti in Africa. «L’Italia deve far fronte a un grave problema di risorse e non può per ora fare a meno dell’aiuto europeo», scrive Le Point, che preferisce concentrarsi sulla politica migratoria, parlando di échec, «fallimento» di Giorgia Meloni in materia.

 

L’articolo de Les Echos, quotidiano di proprietà del gruppo Lvmh di Bernard Arnault, sul vertice di ieri, è scritto con lo stesso spirito: sminuire i successi africani di Meloni e demonizzarla senza uno straccio di analisi. Les Echos, per attaccarla, riporta i timori di una quarantina di organizzazioni della società civile africana in merito al “vero” motivo per cui l’Italia avrebbe lanciato il Piano Mattei: quello di «accrescere il suo accesso al gas africano a favore dell’Europa e rafforzare il ruolo delle imprese italiane nello sfruttamento delle risorse naturali e umane dell’Africa». 

Ieri, al vertice Italia-Africa, il presidente dell’Unione Africana, Azali Assoumani, ha dichiarato: «Riponiamo molta speranza nella presidenza italiana nel G7 per la riduzione delle diseguaglianze, la risoluzione dei conflitti, lo sviluppo dell’imprenditoria, per stimolare gli investimenti e migliorare l’offerta di infrastrutture nei Paesi a basso reddito e reddito medio». Sottolineando che con l’Italia si lavorerà in «sinergia», Assoumani ha parlato di “una cooperazione franca e sincera, di interessi comuni che l’Italia, con una leadership illuminata, mantiene con l’Unione Africana”, ricordando “i legami storici”, “grazie agli investimenti italiani in Africa che contribuiscono alla creazione di posti di lavoro e lo sviluppo di infrastrutture”. Parigi dovrà farsene una ragione. 

 

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