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Russia, urne di fuoco: raffica di arresti per la protesta contro Putin

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Raffica di arresti in Russia per la protesta "Mezzogiorno contro Putin" organizzata dagli oppositori del regime, ora guidati da Yulia Navalnaya, vedova del dissidente Alexei Navalny, morto lo scorso 16 febbraio in circostanze ancora da chiarire nella colonia penale in cui era detenuto. Oltre 70 persone sono state arrestate in 17 città diverse proprio per via di questa protesta.

La Navalnaya, che ha scelto la fila degli elettori fuori dall'ambasciata russa a Berlino per celebrare l'iniziativa di protesta, è stata accolta da applausi e abbracci. La sua presenza è stata apprezzata soprattutto perché era stato suo marito a lanciare quest'operazione di dissenso poco prima di morire. Come si vede da diversi account social, la vedova è apparsa rilassata e sorridente, con in mano un mazzo di fiori, mentre in tanti la salutavano o le chiedevano di fare delle foto. Secondo la France Presse, la Navalnaya si trovava in coda per votare, insieme agli altri connazionali, fuori dal seggio allestito all'ambasciata russa di Berlino.

 

 

 

Intanto, gli ultimi dati sull'affluenza alle elezioni presidenziali in Russia fanno registrare un dato record: quando mancano poche ore alla chiusura dei seggi, secondo quanto riferito dalla commissione elettorale centrale russa, alle 16 ora locale, le 14 in Italia, era andato a votare per le presidenziali il 70,1% degli elettori, ben oltre il 67,5% di sei anni fa.

 

 

 

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