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Cavo Dragone, l'allarme pre-elezioni: "Rischio interferenze russe sul voto"

Cavo Dragone

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Venti di guerra soffiano sull'Europa. Il capo di Stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone, in audizione informale in Commissione difesa della Camera, Commissioni riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato, ha parlato chiaramente della necessità di garantire ai cittadini difesa e sicurezza. A partire dalle elezioni dove esiste il rischio di una "manina" russa: "Come è emerso anche in occasione del Comitato militare della Nato del gennaio scorso, le tornate elettorali che interesseranno anche l’Italia, come altri Paesi dell’Europa e del Mediterraneo allargato, potrebbero costituire l’occasione per una intensificarsi della strategia di disinformazione da parte della Russia con l’obiettivo di disorientare la nostra opinione pubblica".

"È evidente", aggiunge il capo di Stato maggiore della Difesa, "che si contrappongono due visioni antitetiche della realtà e del mondo e noi non possiamo permetterci tentennamenti o distinguo: ne va del nostro modelli di vita e dei nostri valori democratici".

 

 

In questo scenario, prosegue Cavo Dragone, "saremo chiamati a sostenere sforzi Nato e Ue in Paesi come per esempio Moldova e Georgia, per rafforzarne le istituzioni e accompagnare il processo di avvicinamento euroatlantico", "gli ultimi sviluppi hanno portato la Nato a rivedere tanto il proprio modello di forze quanto i piani di difesa".  

La complessità dello scenario geopolitico attuale, "nonché le minacce alla sicurezza internazionale, sono all’origine del dispiegamento delle Forze armate dell’Italia all’estero". Una "dimensione operativa" che non ha "precedenti dal dopoguerra: dai Paesi baltici, lungo tutto il fianco est della Nato, dal Medio Oriente al Corno d’Africa, dal Mar Rosso sino al Golfo di Guinea passando per il Sahel". 

In questo momento la "Difesa dell’Italia assicura un contributo significativo a nove missioni della Nato, otto dell’Unione europea e cinque delle Nazioni Unite, mentre quattordici iniziative sono condotte all’interno di specifiche coalizioni o su base bilaterale".

 

 

A fronte di una politica strategica sempre più profilata per la sicurezza degli interessi internazionali e della stabilità internazionale, "la Difesa dell’Italia sta assumendo un ruolo sempre più visibile nelle aree di crisi sul fianco est della Nato e nel Mediterraneo allargato". Inoltre "la messa in comune delle idee e delle risorse nazionali dell’Unione europea e della Nato deve diventare un sistema operativo sempre più strutturato e collaudato per contenere la minaccia destabilizzante in Africa e nel Mediterraneo allargato della Russia e dei suoi alleati". Solo così, sottolinea Cavo Dragone, "potremo capovolgere a nostro favore la forte attuale asimmetria operativa che sussiste con Russia, Iran e Cina, che li vede liberi di poter operare: dalle forniture di armamenti letali, agli attacchi cyber, fino alle politiche di disinformazione".

Secondo il capo di Stato maggiore, "è importante fare presto per impedire che lo spazio mediterraneo si trasformi in area ibrida". Europa e Nato "devono essere assolutamente coinvolte con proposte e iniziative da concordare con i paesi dell’area. È un punto cruciale, perché le missioni internazionali e la politica militare sono strumenti preziosi, ma devono poter contare sulla massa critica delle energie euroatlantiche per cooperare con efficacia nelle ormai tante aree di attrito con la Russia e i suoi alleati".

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