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Parigi 2024, dopo Khelif prende l'oro anche Lin: la doppietta delle intersex

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Indovina chi ha vinto? Domanda retorica, se rivolta a uno qualunque dei provider di scommesse. Imane Khelif prima, Lin Yu Ting poi erano nettamente favorite nelle quote alla vigilia delle rispettive finali perla medaglia d’oro olimpica nelle rispettive categorie di peso (66 e 57 kg): al massimo, la vittoria dell’algerina pagava 1.17, quella della taiwanese 1.38 (contro i circa 6 delle rivali). Una miseria. Tradotto: strafavorite. E, a meno di non voler dare dei complottisti anche agli allibratori di tutto il mondo (che maneggiano soldi, quindi sono poco inclini a star dietro alle chiacchiere), nessuno si aspettava un esito diverso per le due pugili intersex: vittoria a Parigi. Khelif ha annichilito con verdetto unanime la cinese Liu Yang, Lin ha fatto altrettanto con la polacca Julia Szeremeta (5-0), anche con molta ruvidezza, come già fatto in semifinale con la turca Yildiz (cazzotto alla nuca illegale). Poco importa, è doppietta olimpica, a colpi di atletismo superiore e mani pesanti, per l’apoteosi di quella pletora di buonisti che si è affollata all’angolo delle due ragazze per difenderle dalle accuse mosse loro dalla International Boxing Association: «Hanno cromosomi maschili, le abbiamo squalificate per questo e per la sicurezza delle altre pugili». (...)

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