La guerra tra Israele e Iran ha conseguenze anche in Europa. Con il conflitto in corso, chiude infatti un tratto di "strada" nei cieli tra l’Europa e l’Asia meridionale, costringendo così le compagnie aeree a passare sopra l’Afghanistan. Un Paese i cui cieli si possono sì solcare, ma senza scendere al di sotto di una certa quota. La soglia d’allarme in ogni caso resta sempre alta ed è fonte d’ansia per i piloti occidentali. Il timore è quello dei missili terra-aria contro i velivoli a basse altitudini. La paura è ancora più elevata se si considera che non c’è alcun controllore a gestire il traffico. Per non parlare poi, sottolinea Il Corriere della Sera, degli scenari imprevedibili in caso di atterraggio d'emergenza a Kabul.
In circostanze normali, per volare tra l’Europa e il sud-est Asiatico/Oceania le aviolinee percorrono di solito tre corridoi. Uno a sud, abbastanza affollato, passa attraverso l’Egitto e l’Arabia Saudita. Un altro al centro, iper-trafficato, tra l’Iran e l’Iraq. Un terzo al nord, utilizzato il meno possibile, prevede il sorvolo dell’Afghanistan in mano ai talebani.
Iran, il Pentagono sposta gli aerei cisterna: "Senza precedenti"
L'Aeronautica Militare statunitense ha effettuato un massiccio dispiegamento, senza precedenti, di aerei cisterna KC...In quest'ultimo caso i piloti devono rispettare una quota minima. Nel "Notam", il bollettino con le informazioni di navigazione emesso dall’Italia e valido fino al 29 giugno la quota al di sotto della quale non si può scendere è di 32 mila piedi, cioè 9.753,6 metri — stesso requisito di Canada e Usa — a meno che non si attraversi una piccola lingua all’estremità nord-orientale tra il Tagikistan e il Pakistan. "L’intero spazio aereo non è controllato", ricordano dall’organizzazione dei piloti, e "non c’è alcuna garanzia di sicurezza per l’equipaggio o i passeggeri in caso di atterraggio". Non a caso l’atterraggio d’emergenza viene considerato come la soluzione più estrema.