Navigazione conclusa per la Flotilla: si è concluso in tarda mattinata l’abbordaggio dell’esercito israeliano. Finisce la navigazione pro-Pal, Gaza non è stata raggiunta, così come ampiamente prevedibile: gli attivisti a bordo sono stati fermati e trasferiti al porto di Ashdod, quindi condotti in caserma. Poi l'identificazione e la formalizzazione degli arresti. Un blitz che non ha avuto conseguenze drammatiche: nemmeno un ferito. Ma la mobilitazione dei pro-Pal non si ferma.
Dalla Turchia è infatti già partita una nuova flotta di 45 barche, l'immediato bis della “Freedom Flotilla”. Scopo dichiarato: consegnare aiuti umanitari a Gaza. Scopo reale: forzare il blocco navale, cercare l'incidente. E fomentare le piazze. A tal proposito, si prendano le parole di Nino Rocca, attivista palermitano a bordo di una delle navi appena salpate, il quale sembra proprio appellarsi al popolo pro-Pal che già oggi, giovedì 2 ottobre, sta scendendo in strada.
"A Creta ci incontreremo con le altre barche – premette Rocca – e, tenendo conto delle condizioni atmosferiche, ci dirigeremo verso Gaza. Tutto dipende anche dal vento della contestazione, che è lo strumento che ci guiderà". Ecco, "il vento della contestazione": tutto dipende "anche" da quello, dalla protesta insomma. Parole che in una certa misura sembrano definire il vero obiettivo della Flotilla, il tutto alla vigilia dello sciopero generale senza preavviso, proclamato per domani, venerdì 3 ottobre, e appena bollato come "illegittimo" dal Garante. E ancora, sabato sono in programma nuove manifestazioni di piazza, le più temute dal punto di vista dell'ordine pubblico.
Flotilla, i 46 italiani "stanno bene": ecco dove saranno portati
Non si fermano gli attivisti della Global Sumud Flotilla: decine di barche della missione pro-Pal diretta a Gaza sono st...Tant'è, Rocca insiste sul valore politico della Flotilla, che a suo dire non si limita a Gaza ma si pone come battaglia globale per i diritti umani. “Il governo non aveva previsto manifestazioni senza precedenti in tutta Italia - riprende -. A Palermo espongono elicotteri e armi come simbolo della politica internazionale, noi rispondiamo con il coraggio e la convinzione della pace. È una svolta storica: la gente lo ha capito ed è scesa in piazza”. Il riferimento è all'ultima surreale polemica: la crociata contro uno stand che dovrebbe essere inaugurato il 5 ottobre a Palermo per promuovere e raccontare l'esercito italiano.
L'attivista che soffia sul fuoco non risparmia, ovviamente, giudizi tranchant anche sul conflitto in corso e sul destino degli ostaggi. “Il problema di Hamas e Netanyahu deve essere affrontato dalla Corte penale internazionale - spara -. Se Hamas ha commesso crimini, va condannato; se Benjamin Netanyahu sta compiendo crimini contro l’umanità, va condannato. Serve un organismo internazionale, non la legge del più forte". La Flotilla, in definitiva, soffia sul fuoco a pieni polmoni.