Trad Wives. “Mogli tradizionali”. Sono convinta che c’è già chi storce il naso leggendo queste due parole accostate una all’altra. Estee Williams, Rachel Joy, Hannah Neeleman e Gwen The Milkmaid sono solo alcune delle content creator che hanno scelto di mostrare la loro routine da perfette donne di casa: cucito, cucina, pulizie, ricette. Il fenomeno delle trad wives arriva dagli Stati Uniti, ma il dibattito è giunto anche nel nostro Paese. C’è chi le definisce nostalgiche di tempi passati, chi le deride trovando la loro figura superata e anacronistica. E poi, ovviamente, non potevano mancare loro: le femministe. Le paladine della libertà individuale che accusano le mogli tradizionali di alimentare un trend tossico, una moda che riporterebbe le donne di oggi nel passato.
Un’idea di donna che alle femministe più estremiste non piace affatto. E la domanda sorge spontanea: perché l’emancipazione femminile dovrebbe passare solo attraverso la libertà di spogliarsi su OnlyFans, mentre una donna che sceglie di rinunciare al lavoro per dedicarsi ai figli deve essere subito etichettata come sottomessa o soprannominata “ancella del patriarcato”? La libertà di una donna dovrebbe comprendere anche la possibilità di restare a casa e cucinare per il proprio compagno e per i propri figli. Una donna dovrebbe poter mostrarsi sui social nella propria cucina, indaffarata con le mani sporche di farina, senza essere definita retrograda. E invece no. C’è sempre qualcuno pronto a puntare il dito contro chi sceglie di vivere in un modo non conforme. Possiamo essere libere di spogliarci senza che nessuno ci giudichi “poco di buono”, ma non siamo ancora libere di decidere di trascorrere il nostro tempo tra le quattro mura di casa. Viene da sorridere pensando che, a essere contestato, sia proprio il modello di donna che ha allevato intere generazioni. Mia nonna ha lavorato fino a 50 anni, poi ha deciso di prendersi cura di me. È meno donna? È un’ancella del patriarcato? No, semplicemente ha preferito prendersi cura del focolare, oggi demonizzato e considerato una prigione.
Iran, la sposa "scandalosa": il video che umilia il regime islamico
C'è un Iran in cui le donne che rifiutano l'obbligo di indossare il velo in pubblico, mostrando i capelli...Le quattro mura di casa diventano così, per alcune femministe, le mura di una cella in cui madri e mogli verrebbero relegate a ruoli marginali. Nell’articolo qui affianco parliamo di chi vive (anche se per finta) tra le mura di un convento. Il nodo è questo: ogni donna, qualunque strada scelga di intraprendere, dovrebbe essere libera di farlo senza essere giudicata. Ma, come abbiamo visto altre volte, essere liberi costa fatica. A far infuriare alcuni è anche l’estetica di queste donne: trucco perfetto e capelli in ordine “sono troppo”. Chi le segue è attratto da una vita lenta e semplice, lontana dai ritmi frenetici a cui tutti ci siamo abituati. I contenuti pubblicati dalle trad wives ricreano una routine fatta di faccende domestiche, dove la casa e la famiglia vengono messi al primo posto. Non sono mancati i dibattiti sul tema, arrivati persino sul piano politico. Per molti, il connubio «moglie tradizionale» va di pari passo con ideologie di estrema destra, come se il voler restare a casa a cucinare ricette fosse un atto da demonizzare. E così il prendersi cura, per alcune femministe, diventa un «farsi sottomettere». «Abbiamo lottato tanto per i nostri diritti...» scrivono alcune utenti contrarie a questa filosofia di vita, dimenticando che tra i nostri diritti c’è anche quello di poter scegliere di stare a casa a sfornare torte. Insomma: non chiamatele desperate housewives, ma donne felici di vivere la vita che hanno scelto.




