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Eva Kaili, l'accusa della collaboratrice: "Cosa si è pagata coi soldi Ue"

Eva Kaili

Alessandro Gonzato
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Un altro colpo durissimo all'immagine e alla credibilità del parlamento europeo. Eva Kaili resta in carcere. Gli avvocati dell'ormai ex vicepresidente greca dell'eurocamera avevano chiesto la misura degli arresti domiciliari con l'applicazione del braccialetto elettronico. Ieri la camera di consiglio del tribunale di Bruxelles ha invece deciso che la Kaili, considerata figura centrale del "Qatargate" - mazzette in cambio di favori politici e non solo al Qatar ma anche al Marocco, probabilmente alla Mauritania e la lista rischia di allargarsi rimarrà nella prigione di Haren almeno per un altro mese. Troppo alto il rischio di inquinamento delle prove.

È stata arrestata il 9 dicembre: le forze dell'ordine avevano trovato in casa sua a Bruxelles 150mila euro. Altri 600mila erano nella valigetta del padre, che stava uscendo frettolosamente dall'hotel Sofitel, poco distante. La linea difensiva della Kaili è che i soldi erano di Antonio Panzeri, l'eurodeputato di Pd e Articolo Uno nonché presidente della Ong Fight Impunity (il "dominus" dello scandalo, sostiene l'accusa), e che il padre della Kaili glieli stesse riportando.

La donna ha anche scaricato il compagno, Francesco Giorgi (con il quale ha un figlio di 2 anni), storico assistente di Panzeri e fino a pochi giorni fa dell'europarlamentare dem Andrea Cozzolino (tirato in ballo da Panzeri durante gli interrogatori) che al momento non è indagato e ha chiesto di parlare col giudice titolare dell'inchiesta. Gli avvocati della Kaili, Mikhalis Dimitrakopoulos (in Grecia considerato l'avvocato dei vip) e André Risopoulos, a sorpresa hanno annunciato in serata che non presenteranno appello. La Kaili avrebbe dovuto presentarsi di fronte ai giudici già il 14 dicembre, giorno in cui è stata confermata la carcerazione di Giorgi. Poi il rinvio.

 

 

IN VACANZA - Mentre l'ex vicepresidente Ue sta fornendo informazioni agli inquirenti ai quali durante l'ultimo interrogatorio avrebberiferito che «Francesco non sapeva dire di no a Panzeri, e i soldi di Panzeri erano da me perché ho l'immunità parlamentare», una sua ex assistente, Sofia Mandilara - ha lavorato con lei nel 2013 e 2014 - al Tg4 ha detto che la Kaili «è andata per due volte negli Usa per scopi personali coi soldi del Centro di Uguaglianza di Genere di Atene, finanziato dall'eurocamera». E poi: «Non sono rimasta sorpresa dal fatto che sua sorella (Mantalena, presidente della Ong Elontech ndr), nonostante ci fosse il divieto di assumere parenti sia stata nominata direttore delle relazioni internazionali dello stesso centro». Su Facebook inoltre Mandilara ha commentato la foto in cui gli avvocati della Kaili sono circondati dai cronisti: «Mi dà una sensazione di sollievo e speranza. Mi fa pensare che da qualche parte nel mondo se sei onesto, se lavori tanto, non sei un coglione, come diciamo in Grecia».

I fari degli inquirenti si accendono anche sul "Comitato per il futuro della scienza e della tecnologia (Stoa)", un gruppo dell'eurocamera fondato "perla realizzazione di progetti di valutazione tecnologica", dal 2017 al 2022 diretto da Eva Kaili. Secondo fonti del parlamento Ue proprio la presidenza dello Stoa avrebbe dato «un'accelerazione improvvisa alla carriera della greca e un'esposizione maggiore alle lobby, oltre a molti nuovi contatti con gruppi di interesse, soprattutto tecnologici».

 

 

PARENTOPOLI - Il comitato ha un gruppo di scienziati tra cui spicca un nome che associa ancora una volta Qatar e Italia, quello del professore molisano Salvino Salvaggio, direttore esecutivo all'Università Hamad Bin Khalifa e al Qatar Fund. La nomina di Salvaggio (non indagato), entrato in Stoa a novembre 2020, sarebbe stata fortemente voluta dalla Kaili. Salvaggio, riporta l'Ansa, non sarebbe stato il solo esperto introdotto dalla Kaili: dal 2018 sono ricorrenti le presenze di componenti del Consiglio consultivo della Ong Elontech, quella della sorella Mantalena, che si occupa di criptovalute. Torniamo al tribunale di Bruxelles. All'uscita dell'udienza l'avvocato Risopoulos è stato polemico: «In questi giorni c'è stata una fuga di notizie irresponsabile». A dire il vero negli ultimi giorni sono stati gli stessi avvocati della Kaili a rilasciare interviste alla stampa greca, rimbalzate in mezzo mondo. Comunque, prima dell'udienza, qualcosa gli avvocati avevano detto: «Kaili non è una corrotta», «Kaili è innocente». Mentre era in corso l'udienza il presidente dell'autorità antiriciclaggio greca ha congelato l'acquisto da parte della Kaili del terreno di 36mila metri quadrati sull'isola greca di Paros, costo 300mila euro. Il «forte sospetto» è che la cifra sia frutto delle mazzette. Le stesse autorità hanno congelato un conto corrente cointestato col compagno, Giorgi, attraverso cui sarebbero stati trasferiti i soldi per l'acquisto del terreno.

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