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Aborto, l'ingerenza della Ue contro l'Italia

Adriano Talenti
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Arriva una pesante sortita dell’Europa sull’emendamento, presentato da Fratelli d’Italia, al decreto Pnrr quater che sancisce la possibilità della presenza nei consultori delle associazioni pro-vita per confrontarsi con le donne che intendono abortire. Questa proposta di modifica, secondo la portavoce della Commissione Ue Veerle Nuyts, «non ha alcun rapporto con il Pnrr italiano». Interpellata sull’argomento, infatti, la portavoce ha spiegato: «Da ciò che capisco il pacchetto approvato comprendeva diversi elementi e, dunque, l’approvazione di questa misura relativa all’aborto non è una delle misure che sono incluse nel Pnrr. Questo è importante sottolinearlo». In generale sul provvedimento, poi, Nuyts ha spiegato che «contiene anche misure in relazione alle strutture di governance del Pnrr e, dunque, questi aspetti effettivamente hanno un legame con il Pnrr italiano. Ma ci sono altri aspetti che non sono coperti e che, dunque, non hanno alcun rapporto con il piano italiano, come in particolare questa misura relativa all’aborto».

Una presa di posizione che finisce per alimentare l’intensità dello scontro sul tema. Con l’opposizione che sul tema si ricompatta. La capogruppo Pd alla Camera Chiara Sbraga attacca su X: «Pnrr e aborto non hanno nulla a che fare e ora ci rimprovera anche l’Europa. È stata una forzatura ideologica e preoccupante che ci riporta indietro nel tempo e nelle conquiste. Non serve a nulla avere una premier donna se non difende i diritti di tutte le altre donne». Dal Movimento 5 Stelle, i componenti delle commissioni Affari Sociali di Camera e Senato osservano: «Anche l’Unione europea ha bacchettato il governo Meloni sul tentativo di infilare nelle pieghe del decreto Pnrr la norma per permettere alle associazioni pro life di entrare nei consultori al momento della scelta della donna di interrompere la gravidanza». E attaccano: «È davvero vergognoso che il governo utilizzi i fondi europei stanziati per il rilancio del Paese all’uscita dalla pandemia per fare propaganda ideologica e per calpestare i diritti, la libertà di scelta e l’autodeterminazione delle donne». Anche il Segretario di +Europa, Riccardo Magi, si schiera con la portavoce dell’esecutivo Ue: «Ha pienamente ragione la Commissione europea: l’uso dei fondi del Pnrr del governo per introdurre le associazioni pro vita nei consultori non ha nulla a che fare con le riforme del piano di ripresa e resilienza».

 

 

Prese di posizione in contrapposizione delle quali si schiera, dalla maggioranza, Fratelli d’Italia, partito firmatario dell’emendamento approvato in Commissione. Il Capogruppo alla Camera Tommaso Foti accusa: «Sono viziate da scarsa conoscenza dell’emendamento approvato le parole pronunciate oggi dalla portavoce della commissione europea per gli Affari economici, Veerle Nuyts, sull’emendamento di Fratelli d'Italia al Pnrr che prevede la possibilità di coinvolgere le associazioni del terzo settore nei consultori». E aggiunge: «La dichiarazione è poi amplificata maliziosamente dalla sinistra che la vede come la stroncatura di una misura con la quale il governo vorrebbe sottrarre risorse del Pnrr per finanziare le associazioni Pro life». Ed esprime una posizione analoga anche l’associazione Pro Vita e famiglia: «La Commissione Ue non si faccia influenzare dalle fake news diffuse dalla sinistra in Italia». E specifica: «Non è vero che nel Pnrr ci siano norme sull’aborto e non è vero che l’emendamento sulla collaborazione tra consultori e associazioni di sostegno alla maternità non c’entri col Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, visto che proprio la Missione 6 “Salute” del Pnrr prevede la realizzazione di strutture di prossimità per l’assistenza sanitaria territoriale, le cosiddette Case della Comunità, che comprenderanno anche i servizi dei consultori». 

 

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