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Viktor Orban, "via la presidenza Ue": la mossa estrema contro l'ungherese

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I viaggi del premier ungherese Viktor Orban a Kiev, Mosca e Pechino hanno fatto storcere il naso a diversi Stati membri dell'Unione europea, dal momento che nessuna di quelle "missioni" era stata concordata. Nessun mandato, insomma, era stato affidato a Orban per trattare sulla fine della guerra in Ucraina. Per questo si era addirittura vociferato della possibilità di rimuovere la presidenza di turno ungherese, iniziata a luglio. La condotta del premier ungherese, insomma, è stata ritenuta "sleale" e "in contrasto con le conclusioni del Consiglio Europeo". 

Non tutti, però, sono d'accordo sulla chiusura in anticipo del semestre di presidenza Ue: se la Polonia e altri 15 Stati vogliono misure restrittive, Italia e Francia invece suggeriscono prudenza e chiedono una soluzione “politica”. Nel frattempo, come si legge su La Stampa, l’associazione “The Good Lobby” ha presentato un esposto per denunciare la violazione dell’articolo 24.3 del Trattato, secondo cui gli Stati devono astenersi "da qualsiasi azione contraria agli interessi dell’Unione o tale da compromettere la sua efficacia come forza di coesione nelle relazioni internazionali".

 

 

 

Intanto, nel Parlamento europeo sta facendo discutere la costituzione del nuovo gruppo dei Patrioti, di cui fanno parte, oltre a Orban, anche i partiti di Matteo Salvini e Marine Le Pen. L'agitazione sarebbe a un livello tale che già si sarebbe creato una sorta di “cordone sanitario” volto a escludere il gruppo da tutti gli incarichi. Vanno in questa direzione le parole di Manfred Weber, capogruppo del Ppe: "Coloro che vanno contro il progetto europeo, come Orban che ha detto che vuole smantellare il Parlamento, non possono rappresentare la nostra istituzione". Una reazione che ha fatto saltare dalla sedia gli esponenti leghisti: "Ecco che finalmente gli euroburocrati gettano la maschera e mostrano il loro vero volto. Alla faccia della democrazia".

 

 

 

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