Alex Zappieri di giorno è un impiegato con orari fissi, scadenze da rispettare e routine aziendali. Ma appena chiude la porta dell’ufficio, per lui si apre un mondo completamente diverso, dove il corpo e la mente lavorano all’unisono e dove ogni giorno è possibile trovare “il senso più profondo di ciò che voglio essere”. È in quel momento che inizia il suo “vero tempo”: quello dedicato alla difesa personale, all’allenamento, alla formazione e alla crescita interiore. “Sto trasformando una passione in una vera e propria missione di vita. Perché per me, oggi, la difesa personale non è solo una disciplina: è un mezzo per aiutare gli altri a riscoprire la propria forza interiore, a sentirsi più sicuri, presenti, consapevoli. È un percorso che unisce tecnica, spirito, relazione e identità. Un percorso che mi sta portando a diventare coach e istruttore” racconta l’uomo che ci tiene a sottolineare come il suo percorso non sia, tuttavia, improvvisato ma venga da lontano.
“Tutto è cominciato quando avevo appena 14 anni. A quell’età, tanti ragazzi provano sport diversi, spesso per curiosità o per seguire i coetanei. Per me è stato diverso. Le arti marziali sono arrivate in un momento in cui sentivo il bisogno di trovare un mio spazio, qualcosa che mi desse equilibrio e direzione. E da quel primo allenamento, ho capito che non si trattava solo di sport o di difesa fisica. Era molto di più: era un linguaggio, un modo per conoscersi meglio, per rafforzarsi dentro e fuori. Una spinta interiore che ha preso forma attraverso gesti, tecniche, silenzi e disciplina. A 17 anni ho attraversato una fase molto delicata. Un periodo di profondo disagio, segnato da una leggera depressione. Mi sentivo smarrito, bloccato. Non è facile parlarne, ma penso sia importante farlo: perché è proprio nei momenti bui che possiamo scoprire parti di noi che non sapevamo di avere”.
Ed è stato proprio in quella parentesi di fragilità che Alex ha deciso di cambiare. “Ho scelto consapevolmente di allontanarmi da ciò che mi tirava giù e di avvicinarmi a persone capaci di trasmettere positività, energia, voglia di vivere. È stata una svolta.Oggi lavoro in azienda, con grande senso di responsabilità. Ma non appena esco dall’ufficio, mi tuffo con entusiasmo nella mia seconda vita: quella sul tatami. Mi sto formando come coach e istruttore all’interno della BSD Self Defence, una realtà d’eccellenza nel panorama italiano della difesa personale.Non si tratta di un semplice corso: è un vero e proprio percorso professionale, che richiede dedizione, studio, allenamento costante e impegno mentale. La mia formazione si svolge nello studio Body Impact di Parma, un centro esclusivo, altamente specializzato nel personal training, dove si respira qualità e determinazione. Body Impact non è una palestra qualunque: è un luogo in cui le persone vengono per migliorarsi davvero, dove ogni dettaglio è curato e ogni allenamento è pensato su misura per chi cerca risultati concreti. In questo cammino, ho la fortuna di essere accompagnato da due figure straordinarie. Andrea Bisaschi, mio maestro, è un punto di riferimento prezioso per me: non solo per la sua competenza tecnica, ma per la profondità con cui riesce a trasmettere i valori autentici della disciplina. E poi c’è Alessandro Cassano, coach e fondatore di Body Impact: un professionista che ha creduto in me sin dall’inizio e che, con la sua visione e la sua esperienza, mi sta aiutando a costruire un progetto solido”.
Tutto questo per Zappieri ha un obiettivo molto concreto: aprire insieme a loro una scuola di difesa personale. Non una palestra qualunque, ma un centro di riferimento dove le persone possano sentirsi accolte, ascoltate, accompagnate in un percorso di crescita fisica e mentale. “Un luogo dove allenarsi non significherà solo imparare tecniche di difesa, ma anche rafforzare l’autostima, imparare a gestire le emozioni, affrontare paure e limiti”.
È un progetto ambizioso, certo. Ma Alex crede che sia proprio la visione a darci la spinta per superare le difficoltà quotidiane. “Quando hai una meta chiara, ogni sacrificio diventa parte del viaggio” ci dice convinto. “Il mio messaggio, soprattutto ai giovani e a chi si sente bloccato in una vita che non rispecchia i propri sogni, è semplice ma sincero: non aspettate il momento perfetto, createvelo. Cercate ciò che vi fa sentire vivi, fate formazione seria, scegliete mentori che vi stimolino e vi aiutino a crescere. E soprattutto, non smettete mai di credere in voi stessi. Le passioni sono come scintille: se le alimentiamo con costanza, possono diventare fuoco. E quel fuoco può trasformare tutto: il nostro presente, il nostro futuro e, perché no, anche quello degli altri”.