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Giulia Bongiorno: "Ecco cosa mi ha detto la vittima dopo la condanna di Grillo"

di Ignazio Stagnolunedì 22 settembre 2025
Giulia Bongiorno: "Ecco cosa mi ha detto la vittima dopo la condanna di Grillo"

(Ansa)

2' di lettura

Al termine dell'udienza storica del 20 giugno 2025 al Tribunale di Tempio Pausania, l'avvocata Giulia Bongiorno, difensore della studentessa italo-norvegese violentata nel 2019, ha descritto con emozione la reazione della sua assistita alla sentenza di condanna per Ciro Grillo e i suoi tre amici. "È scoppiata in lacrime, lacrime di gioia, piangeva e mi ringraziava", ha raccontato Bongiorno ai cronisti, visibilmente commossa.

"Nonostante le prove fossero poderose – dai video agli esami tossicologici sul 'beverone' di vodka – non ci si abitua mai ad attendere una sentenza. C'era tanta emozione: in questo percorso è stata crocifissa, massacrata sui media e in aula". Bongiorno ha sottolineato il valore simbolico del verdetto, che riconosce due stupri di gruppo e aggravanti per immagini oscene: "Non trova la fine della sua sofferenza, ma il significato della sua sofferenza. Ha denunciato, ha creduto nella giustizia. È una sentenza importante: quando ci sono violenze, non vince l'ostruzionismo ma chi ha il coraggio di denunciare".

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Rivolgendosi alle donne, l'avvocata ha enfatizzato l'impatto sociale: "Ha un forte valore per tutte noi. In processi come questo, si fanno migliaia di domande: se rispondi 'non ricordo', ti accusano di mentire. Si teme di non essere credute, ma noi avevamo una certezza: la verità della vittima". Il punto più arduo del processo, durato oltre tre anni, è stato l'ingresso tardivo di Bongiorno, quando le indagini ristagnavano. "All'inizio ero indecisa se accettare: sembrava un caso senza evoluzioni. Ma dopo aver visto la mia assistita – distrutta, etichettata come 'mezza pazza' da un lato e 'assetata di sesso' dall'altro – ho capito che dovevamo esserci. Abbiamo lavorato in salita, contro un clima tossico". Bongiorno, celebre per casi come la difesa di Amanda Knox, ha trasformato il processo in un baluardo contro il victim-blaming.

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