Con sentenza n. 173 depositata il 29 dicembre 2025, la Corte Costituzionale ha dichiarato parzialmente illegittimo l'articolo 609-octies del codice penale (violenza sessuale di gruppo), per violazione degli articoli 3 (uguaglianza) e 27 (proporzionalità della pena) della Costituzione. I giudici, relatore Filippo Patroni Griffi, hanno stabilito che è irragionevole non prevedere una diminuzione di pena fino a due terzi nei casi in cui la condotta abbia "disvalore significativamente inferiore" rispetto alla figura tipica del reato.La Consulta ha sottolineato che lo stupro di gruppo copre una vasta gamma di comportamenti – dalla violenza carnale a palpeggiamenti – e che, senza una "valvola di sicurezza", il giudice non può calibrare la sanzione sul caso concreto, rischiando pene sproporzionate. La diminuente è già prevista per reati analoghi come violenza sessuale semplice o atti sessuali con minorenne.
La pronuncia, nata da un rinvio del Tribunale per i minorenni di Milano (palpeggiamenti sopra i vestiti per pochi secondi), avrà ripercussioni su numerosi procedimenti. Tra questi, il processo d'appello a Roma contro tre sardi – Erminio Coni, Andrea Finotto (38 anni) e Alessio Costella (36) – calciatori dilettanti, condannati in abbreviato a 5 anni e 4 mesi per aver palpeggiato nelle parti intime un'atleta olimpionica plurimedagliata in un pub di Trastevere nel febbraio 2022.La vittima, operata di recente e con bendaggi, ha raccontato di "30-45 secondi" di violenza, con almeno "quattro mani" su di sé, accusando attacchi di panico e difficoltà quotidiane. Il gup definì il gesto "umiliante e violento".
La Corte d'appello, che aveva sospeso il giudizio in attesa della Consulta, dovrà ora valutare se applicare la diminuente: sotto i 4 anni, gli imputati eviterebbero il carcere.Due imputati hanno inviato scuse scritte; il terzo si è assunto la responsabilità principale. E di certo il verdetto della Consulta potrebbe sollevare polemiche nei prossimi giorni.




