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In Italia solo la Juve e la StampaGli Agnelli lasciano l'Italia?

Il Lingotto potrebbe chiudere uno o più stabilimenti e trasferire la produzione all'estero

Lucia Esposito
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Il ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha detto chiaramente che aspetta una telefonata dall'amministratore delegato Sergio Marchionne sulla questione Fiat. In realtà, come spiega Repubblica in edicola oggi, lunedì 17 settembre, il piano non è stato ancora definito perché le alternative sono davvero drammatiche e arrivano fino alla chiusura di uno o due stabilimenti o allungare la cassa integrazione per aspettare le ripresa del mercato. Il quotidiano svelva di un incontro tra il sindaco di Torino Piero Fassino, Sergio Marchionne e John  Elkann in cui i vertici Fiati hanno spiegato che, sostanzialmente, alla fine di ottobre si deciderà il da farsi: se il mercato darà segni di ripresa allorà si prolungerherà la cassa inegrazione aspettando tempi migliore. Se invece arriveranno segnali di assoluto stallo, allora potrebbe scattare la fuga dall'Italia, cioè la chiusura degli stabilimenti. Il sindaco Piero Fassino, intervistato da Repubblica, ha rassicurato spiegando che Marchionne gli ha detto che non ha intenzione di "voler scassare o scioccare la situazione italiana". Certo è che se i segnali che aa fine ottobre i segnali che arrivano dal mercato saranno ancora drammatici, l'amministratore delegato non eslcude la chiusura degli stabilimenti.  I settemila dipendenti di Melfi, i quasi cinquemila di Cassino, i 5.400 di Mirafioni, i duemila di Mirafioti e i 6200 della Sevel di Atessa vicvono questi giorni con l'angoscia di chi non sa bene quale sarà il proprio futuro.

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