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Ucciso il cugino del calciatore MasielloAveva offeso la donna del boss

Vincenzo, 21 anni, è stato punito dal capoclan con sette colpi di pistola

Lucia Esposito
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E' stata una vera esecuzione: sette colpi di pistola ai Quartieri Spagnoli, nel cuore di Napoli. Vincenzo Masiello, cugino del calciatore del Torino Salvatore, è morto sul colpo. Il movente di un omidicio così efferato sarebbe il conflitto con un boss della zona, situazione che nel tempo aveva coinvolto anche alcuni suoi familiari. Il capoclan ha voluto punirlo per la sua arroganza, il conflitto andava avanti almeno da un paio di anni da quando la vittima avrebbe dato fastidio alla  alla donna del boss, come si racconta, addirittura schiaffeggiandola. Quindi, il ventiduenne, che aveva precedenti penali, avrebbe partecipato al tiro al bersaglio contro la casa di quest'ultimo ed, infine, avrebbe insultato in malo modo la madre. Venerdì 21 settembre, sotto gli occhi di decine di testimoni, l'agguato per la punizione mortale.  Esecuzione Vincenzo Masiello, mentre camminava lungo vico Tre Regine, all'incrocio con vicolo Lungo Teatro Nuovo, è stato intercettato dal sicario, in sella ad uno scooter T-Max, che gli ha puntato contro l'arma premendo il grilletto sette volte. La Squadra Mobile di Napoli, che indaga sull'episodio, avrebbe già circoscritto il raggio di azione investigativo per identificare il killer.  "Un fatto gravissimo che non va sottovalutato" e che conferma "una recrudescenza criminale nel Paese" e "un aumento complessivo della microcriminalità". Intervenendo a Radio Kiss Kiss, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, esprime la propria preoccupazione per l'omicidio di Vincenzo Masiello, cugino del calciatore del Torino Salvatore, ucciso in un agguato ai Quartieri spagnoli. Rinnova quindi l'appello per un "impiego maggiore di forze dell'ordine", che "devono essere presenti perchè i cittadini devono sentirsi tranquilli". Su questo fronte, comunque, si dice "rassicurato dall'attenzione mostrata dalle forze dell'ordine, dal ministero dell'Interno e dalla Prefettura di Napoli". Ma per vincere questa "lotta di civiltà", spiega, "il miglior antidoto ai criminali è la presenza dei cittadini per le strade, perchè quanto più sarà viva la città tanto più i criminali andranno via". 

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