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Omicidio di Yara, un "punto" a favore di Massimo Bossetti: nessuna sua traccia nell'auto e nel furgone

Andrea Tempestini
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Un "punto" a favore di Massimo Bossetti, l'unico sospettato per l'omicidio di Yara Gambirasio, in carcere dalla scorsa estate. I carabinieri del Ris di Parma hanno cercato e analizzato tutto sul suo furgone Daily Iveco, senza però trovare nulla: né materiale biologico, né impronte digitali, né fibre. Medesimo risultato dalle analisi sulla Volvo V40 e sugli abiti dell'uomo. La relazione è stata depositata al pm Letizia Ruggeri. Un'indiscrezione, non ancora confermata per via ufficiale, ma data per certa: non è stata trovata alcuna traccia. Proprio come Bossetti aveva detto all'indomani delle perquisizioni, pochi giorni dopo il fermo: "Cerchino ovunque, ma non troveranno nulla contro di me". Gli altri tasselli - Certo, gli investigatori non confidavano più di tanto nella possibilità di trovare tracce a distanza di tre anni e mezzo dall'omicidio. Ma gli accertamenti - irripetibili - dovevano essere fatti, e il loro risultato è un punto a favore dell'indagato. In totale sono stati 34 i reperti analizzati, presi dagli agenti dello Sco in casa di Bossetti lo scorso 23 luglio: tra questi anche un giubbotto da lavoro e un aspirapolvere. Per completare la relazione, ora, mancano i resoconti sui telefonini e sui due pc del carpentiere di Mapello. Se anche su questi reperti non fosse trovato nulla, spiega la difesa, sarebbe un altro elemento a favore di Bossetti. L'accusa, da par suo, continua ad insistere sul peso determinante del Dna trovato sugli slip e i leggings di Yara: resta qualche dubbio sulla traccia (potrebbe non essere sangue), ma di sicuro è il codice genetico di Bossetti. La difesa, però, insiste affinché il test venga ripetuto sin da quando furono estratti gli indumenti della vittima.

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