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Sulle auto la scatola salva-vita (per far guadagnare la Germania)

Andrea Tempestini
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Da mesi nella palude Ue anche la locomotiva tedesca arranca (meno di altri). Per fortuna ci penserà il Parlamento europeo. Come? Riuscendo finalmente a far spendere ai governi i 6 miliardi contro la disoccupazione giovanile? Macché. Ai primi di dicembre l'aula di Strasburgo ha approvato una direttiva che ha poi avuto anche il sì della Commissione trasporti. Dal 31 marzo 2018 sarà obbligatorio il sistema eCall su tutte le auto (un mercato da 250 milioni di veicoli). Contenti? Di che cosa si tratta: è un progetto che ha l'imprimatur della Commissione, il “governo” dell'Unione Europea. Una specie di scatola nera dotata di sim telefonica, installata a bordo, in caso di incidente manda automaticamente l'allarme ad una centrale, che in tutta Europa risponderà al 112, la quale centrale smista la chiamata a forze dell'ordine e pronto soccorso. Tempi di attesa delle ambulanze ridotti - questa è l'aspettativa - del 40% in campagna e del 50% in città. Il sistema di chiamata viene innescato dagli stessi sensori che azionano gli airbag, segnalando anche la posizione Gps, numero di telaio, ora e senso di marcia. Può essere attivato anche manualmente e avvia un collegamento vocale con l'abitacolo. Alcune case come la Bmw già lo utilizzano. E l'intenzione è delle più lodevoli. Ogni anno in Europa ci sono circa 28 mila morti in incidenti stradali e un numero impressionante di feriti. La direttiva ora dovrà essere recepita dai parlamenti degli Stati membri, poi a marzo in seduta plenaria Strasburgo dirà il sì definitivo. E la eCall sarà legge: entro tre anni sarà compagna di viaggio per tutti noi cittadini europei, poco meno di mezzo miliardo. Poi al Parlamento europeo vedranno se renderla obbligatoria anche su autobus, camion, eccetera. Una cosa alla volta. Molto bene. C'è un piccolo particolare. La tecnologia eCall, con tutta una serie di implementazioni che interessano anche le compagnie telefoniche e tutto il comparto in espansione del “car multimedia” (sistemi di navigazione e di infotaitment), è prodotta dalla tedeschissima Bosch, in auge dal 1886, che da anni punta su quest'orizzonte tanto da aver coniato lo slogan “Tecnologia per la vita”. La paladina dell'eCall a Strasburgo è la deputata Olga Sehnalova, della Repubblica Ceca e del gruppo S&D (il Partito democratico europeo). Da anni non si stanca di ripetere: «Possiamo salvare 2.500 vite all'anno». Non manca ai convegni e incontri sul tema: il 27 novembre 2013 era al decisivo meeting “Diffondere mobilità sicura, efficiente e connessa” (tra gli oratori Frank Melzer, vicepresidente di Chassis System Control, gruppo Bosch). Scusi onorevole, su che cosa si basa questa stima di 2.500 persone strappate alla morte da eCall? «Ci sono analisi riportate dalla Commissione europea - risponde lei -. Non è un progetto di oggi. La previsione si basa sui tempi molto più veloci dei soccorsi». La Commissione Europea è più prudente: sul proprio sito parla di «alcune centinaia di vite» l'anno da salvare. I maligni suggeriscono che, oltre al miglioramento della sicurezza, sia un grande affare. Per la Bosch. «Non penso sia l'unica azienda che produce questo sistema - ribatte serafica Sehnalova -, tutti gli automobilisti europei avranno benefici da questo sistema che è pubblico, senza spese». L'eCall la pagheremo sul listino prezzi delle auto. Il Parlamento ha stabilito che le centrali "112" - alle quali arriveranno le segnalazioni di Sos - potranno essere pubbliche e private, con gli utenti liberi di scegliere. Di certo la Bosch è la prima ai nastri di partenza. Le centrali di monitoraggio che fanno capo al Bosch Communication Center della Divisione Security Systems sono già in grado di rispondere alle chiamate in 23 dei 28 Paesi dell'Unione europea. E di dialogare in multilingue: se l'incidente avviene in Spagna e l'automobilista è italiano rispondono in spagnolo e italiano. Efficienza teutonica. A dir il vero il comunicato Bosch, a febbraio 2014, ha mostrato anche una certa preveggenza, magnificando l'operatività della propria piattaforma «disponibile tre anni prima dell'introduzione prevista dalla legge»: esattamente ciò che è accaduto. Come per molti dossier che passano per Bruxelles, difficile dire quanto di questa vicenda sia da iscrivere ad affari privati (legittimi), lobbismo e a reale interesse dei cittadini. Tanto per fare qualche numero: la Commissione europea prevede un costo di installazione dell'apparecchio su ogni veicolo inferiore ai 100 euro. Ma il business è stratosferico: si calcola che il comparto delle "connected cars" - le auto sempre connesse - lieviterà in Europa dai 226 milioni del 2012 a 1,3 miliardi di euro. Quando? Nel 2018, combinazione quando diventerà obbligatorio. Ricordate Bruno Visentini: in Italia a metà anni '80 da ministro delle Finanze impose per legge lo scontrino fiscale, mentre era presidente della Olivetti che di registratori di cassa aveva pieni i magazzini? Bè, un dilettante. di Pierangelo Maurizio

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