Lavoriamo 162 giorni per pagare il FiscoIl "tax freedom day" slitta al 12 giugno

di Nicoletta Orlandi Postivenerdì 31 maggio 2013
Lavoriamo 162 giorni per pagare il FiscoIl "tax freedom day" slitta al 12 giugno
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Italia, paese delle tasse: sono ben 162 i giorni 'divorati dal fisco' ogni anno. E così per festeggiare il 'Tax Freedom Day', tradotto con il "Giorno della libertà iscale", che nel 1990 poteva essere festeggiato il 20 maggio e nel   2013 dovrà attendere il 12 giugno. Colpa anche dell’aumento delle tasse locali, frutto del federalismo. Se nel 1990 bastavano infatti 8 giorni per pagarle ora ne servono 26, secondo i calcoli di Confesercenti che lancia il monito: "Bisogna invertire una tendenza che penalizza le famiglie e le imprese  del nostro Paese". Pressione fiscale al 44,4% - "Lo ha certificato, da ultimo, lo stesso Governo, con il recente  Documento di economia e finanza", puntualizza il sindacato dei commercianti sottolineando che "abbiamo appena segnato il record della pressione fiscale, con il 44% del 2012, e già siamo pronti a superarlo di slancio con l’ulteriore aumento atteso per il 2013 (44,4%). E il futuro, sempre stando alle valutazioni ufficiali, non promette nulla di buono: le previsioni 'tendenziali' (quelle che diventeranno realtà se non si farà nulla) ci dicono che la 'maledizione' del 44% ci accompagnerà (decimo più, decimo meno) almeno fino al 2017". Primi nel total tax rate - Comparando il nostro peso fiscale con gli altri Paesi emerge l'insostenibilità di quello italiano. L’Italia è infatti "al primo posto in Europa nel 'total tax rate' (somma delle imposte sul lavoro, sui redditi d’impresa e sui consumi), con un 68,3% che ci vede quasi doppiare i livelli di Spagna e Regno Unito e ci colloca bel oltre quello della Germania (46,8%)". Inoltre siamo ai più alti livelli   europei quanto a numero di ore necessarie per adempiere agli obblighi   fiscali (269): 2,5 volte il Regno Unito, il doppio dei paesi nordici (Svezia, Olanda e Danimarca) e della Francia, un terzo in più rispetto al Germania. E in coda, fra i paesi Ocse, nella graduatoria di efficienza della Pubblica Amministrazione, con un valore (0,4) pari  a un quarto di quello misurato per la Germania e il Regno Unito.