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Cassazione, processo Mediaset: condanna, assoluzione, rinvio, interdizione. Ecco come può finire per Berlusconi

Giulio Bucchi
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La domanda, tra il Palazzaccio della Cassazione e quelli, decisamente silenziosi, della politica in queste ore è una sola: come finirà il processo Mediaset? Silvio Berlusconi verrà assolto o condannato? Oppure verrà rinviato in Appello? E l'interdizione? Sarà di 3 anni, 24 o 18 mesi? Difficile, difficilissimo dare una risposta. Tra gli avvocati difensori del Cavaliere serpeggia un velato ottimismo, ma nulla è scontato. Anzi, a Palazzo Grazioli, dove Berlusconi si è autoesiliato da inizio settimana, parlano di un leader Pdl "rassegnato" e "dall'umore instabile". Quel che si può fare, allora, è presentare le opzioni più plausibili del processo che potrebbe chiudere 20 anni di storia politica italiana e aprire un periodo di turbolenze mai viste. Ricorso accolto: annullata la condanna - Se Coppi e Ghedini vinceranno su tutta la linea, convincendo la giuria presieduta da Esposito, la Cassazione annullerà la condanna in Appello a 4 anni per frode fiscale con interdizione di 5 anni dai pubblici uffici ai danni del Cavaliere. Verrebbero accolte, cioè, le tesi difensive che sostengono che non c'è reato, in quanto all'epoca della frode contestata (2002) Berlusconi, come stabilito da precedenti sentenze della Cassazione (Mediatrade), "non gestiva le aziende e quindi non poteva decidere sugli ammortamenti". Con l'annullamento della sentenza, Berlusconi resterebbe in politica pur dovendo far fronte ad altri processi, da quello Ruby a Milano (dove è stato condannato a 7 anni in primo grado) a quelli di Napoli (compravendita di senatori nel cado De Gregorio) e Bari (le escort di Tarantini). Condanna confermata - Viceversa, l'ipotesi peggiore per Berlusconi sarebbe la conferma della condanna comminata in Appello, con 5 anni di interdizione anzichè lo "sconto" a 3 anni richiesto dalla stessa accusa in Cassazione, rappresentata dal pg Mura. In questo caso, i 4 anni di carcere si ridurrebbero a uno solo (3 cancellati con l'indulto), da trascorrere non dietro le sbarre (nonostante lo chieda espressamente il Cav) ma ai domiciliari oppure ai servizi sociali. Quanto all'interdizione (e alla sua incandidabilità), dovrà decidere la giunta del Senato. Rinvio in Appello: occhio alla prescrizione - C'è poi l'opzione pilatesca del rinvio in Appello, con il ricorso della difesa accolto ma solo in parte. Una scelta, quella della Cassazione, ipotizzata su Huffingtonpost.it dall'ex avvocato di Berlusconi Gaetano Pecorella qualche giorno fa e pure da Vittorio Feltri sul Giornale: toglierebbe pressione agli ermellini e salverebbe almeno per qualche mese la politica italiana dal prevedibile caos. Coppi e Ghedini fanno leva su due punti: quello di Berlusconi sarebbe un illecito "tributario" non penalmente rilevante. In secondo luogo, si tratetrebbe di "dichiarazione infedele" e non "fraudolenta". Se si dovrà rifare parte del processo in Appello, il rischio di prescrizione (e di abbattimento di parte della pena) è concretissimo. Interdizione ridotta - Una sentenza "di mediazione" tra accusa e difesa potrebbe essere quella proposta dal pg Mura, con la conferma della condanna ma la riduzione dell'interdizione. Di quanto, lo decideranno i cinque giudici e inciderà, naturalmente, sul futuro politico di Berlusconi e del governo Letta. Più breve sarà, più lunga sarà la vita dell'esecutivo di larghe intese.

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