Dio perdona, il prete no. E chiede il maltolto ai ladri stranieri
Dio perdona, don Angelo Del Zotto no. Chi è don Angelo? È un pacioso sacerdote di 75 anni che questa volta però si è veramente arrabbiato. Tre ragazzi marocchini ai quali aveva offerto un aiuto in cambio del loro impegno a svolgere qualche lavoretto utile alla piccola comunità di Palmanova - in provincia di Udine - l'hanno derubato mentre diceva messa. Due di loro sono stati arrestati dai carabinieri. I nordafricani, finiti alla sbarra, hanno chiesto di patteggiare un anno e quattro mesi di pena con l'obbligo di svolgere attività di volontariato nella stessa parrocchia che avevano razziato. Il pm aveva acconsentito ma il sacerdote, in tribunale, si è opposto, chiedendo che gli immigrati restituissero l'intera cifra sottratta, ossia 10mila euro tra contanti e oggetti preziosi. I due giovani, quindi, torneranno in tribunale lunedì per conoscere la loro condanna. E dire che don Angelo gli aveva spalancato le porte della parrocchia. Il prete conosceva solo uno dei tre ragazzi, al quale aveva fatto spesso la carità, ma aveva voluto fidarsi anche degli altri due. Gli sembravano perbene. Mai si sarebbe aspettato un simile tradimento. Avevano bussato alla sua porta per parecchie settimane di fila per chiedergli una mano, per dirgli che erano disposti a fare qualsiasi cosa pur di poter ottenere un riparo e un pasto caldo: «Vogliamo aiutare, fateci fare qualcosa». In effetti qualcosa hanno fatto. Hanno ringraziato don Angelo svaligiandogli l'appartamento mentre celebrava. Hanno rubato 6 mila euro, immagini sacre, monili d' oro, perfino i ricordi di famiglia dell'anziano prete. Hanno infilato tutto in un sacco e sono fuggiti. Al rientro dalla messa don Angelo ha trovato la stanza sottosopra: nei cassetti e negli armadi non c' era più niente, solo qualche vestito. In un primo momento non voleva credere che gli autori del furto fossero gli stessi ragazzi ai quali aveva dato una possibilità. Le indagini dei carabinieri però si sono subito concentrate su di loro e li hanno smascherati. Khalifa Bagrar, 19 anni, residente a San Daniele del Friuli, ed El Mehdi Zinaoui, 22 anni, residente a Trivignano Udinese, assieme al loro complice - non ancora rintracciato - erano stati accolti come dei figli. La notizia, mentre scriviamo, sta facendo il giro dei siti web locali. Su Facebook le condivisioni e i commenti sono centinaia. Gli utenti sono tutti dalla parte di don Angelo. «Se questi rubano in una moschea cosa gli fanno?» si chiede Fabio. «È razzista chiedere che gli stranieri che commettono reati in Italia vengano rispediti al loro Paese dopo aver scontato la pena?» scrive Stefano. «Il prete ha ragione» aggiunge Piera. «Evviva don Angelo!» commenta Elisabetta. «Perdonare è giusto, risarcire è doveroso» dice Umberto. «Non credo che otterrà il risarcimento, di solito questi sono nullatenenti» osserva Germano. «Coraggioso. Un prete come ne vorremmo tanti» scrive Federica. Già: chissà se il sacerdote riuscirà a farseli ridare questi 10 mila euro. Intanto però don Angelo ha dimostrato che anche alla misericordia c' è un limite. di Alessandro Gonzato