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Pamela Mastropietro, gli esami escludono l'overdose da eroina: è stata uccisa e squartata dai nigeriani

Giovanni Ruggiero
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Gli elementi nelle mani degli inquirenti che indagano sulla morte di Pamela Mastropietro portano a una prima clamorosa certezza: a uccidere la 19enne romana non sarebbe stata un'overdose di eroina, ma chi l'ha stuprata e poi fatta a pezzi per libersi poi del suo cadavere in due trolley. In procura sono in attesa degli esiti definitivi dell'approfondimento tossicologico disposto dai magistrati, ma i preliminari realizzati dal tossicologo Rino Froldi, come riporta La Verità, escludono che ci sia stata un'overdose. Leggi anche: La svolta nelle indagini, tutte le "anomalie" sul nigeriano L'accusa contro il nigeriano Innocent Oseghale, lo spacciatore incontrato al supermercato dalla ragazza in fuga, si fa sempre più solida. Proprio quell'incontro è considerato dagli inquirenti un "fatto suggestivo", confermato da un testimone, Amerino Giuggioloni, che ha ribadito ai carabinieri di averli visti insieme e ha riconosciuto il nigeriano in una foto. La ricostruzione di quanto accaduto nella mansarda di Oseghale trova riscontro in ogni dettaglio agghiacciante. Più persone hanno abusato sessualmente della ragazza, l'hanno poi uccisa e squartata, nel brutale tentativo di eliminare i segni dello stupro. Il branco ha poi provato a lavare il cadavere con la candeggina, le hanno asportato i seni e il monte di Venere, poi scuoiato anche il collo. Altro goffo tentativo di depistare le indagini sarebbe stato quello di farle un buco nel braccio, lasciando intendere che fosse il segno di una siringa, quella comprata poco prima dalla ragazza in una farmacia di Macerata.

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