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Calabria, tre immigrati africani sequestrano e stuprano una donna

Giulio Bucchi
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Continuiamo ad attrarre il peggio dell' immigrazione e a lasciare che essa sia causa di crimini, anche ai danni delle donne. E chissà cosa diranno i buonisti e le femministe a giorni alterni, ora che un' altra donna, un' inglese, in base a quanto da lei stessa denunciato, è stata segregata e stuprata per 15 giorni all' interno di una casa di Rosarno, in Calabria, da un immigrato del Burkina Faso, Momodou Jallow di 37 anni, e da due cittadini del Mali. La donna aveva conosciuto Jallow su Facebook: da lì una frequentazione sfociata in una convivenza in Germania, dove lui allora viveva. Poi la fuga dal Paese tedesco, dopo che lui era rimasto coinvolto nell' accoltellamento di un connazionale per motivi di droga. All' arrivo in Calabria a bordo di un bus, la coppia si è trasferita nella casa di lui: e qui sarebbe iniziato per lei il calvario. L' uomo, dopo averla privata di telefonino e carta di credito, l' avrebbe segregata nell' appartamento, costringendola a subire violenza sia da parte sua che di altri due uomini di colore. L' agonia è finita solo l' altro ieri quando la donna, approfittando di un momento di distrazione di Jallow, è riuscita a chiamare i servizi sociali in Inghilterra. La segnalazione è stata quindi passata all' Interpol, che a sua volta ha messo in allerta il Commissariato di Polizia di Gioia Tauro. A quel punto i poliziotti si sono attivati per contattare la donna e darle indicazioni su come fuggire: poco dopo la vittima inglese è riuscita a scappare da una finestra, inseguita da Jallow, che tuttavia è stato subito arrestato dai poliziotti già schierati, con l' accusa di sequestro di persona e violenza sessuale. Anche i due cittadini del Mali, sebbene ancora in stato di libertà, sono stati denunciati per gli stessi reati. Si sospetta anche che i tre uomini vivessero grazie ai proventi della droga, come dimostrerebbe sia il racconto della donna che la presenza di sostanze stupefacenti ritrovate nell' appartamento. Ancora una volta il fattaccio testimonia la totale assenza di controlli alle frontiere e anzi la nostra tendenza a fare una sorta di selezione inversa, accogliendo sul territorio italiano, sia che arrivino dal Nord Africa o che ritornino dal Nord Europa, gli immigrati più pericolosi e già inseguiti dalla giustizia (come Jallow, ricercato per l' accoltellamento). Allo stesso tempo la vicenda dimostra che questi criminali travestiti da disperati tendono a concentrarsi in alcuni paesi-ghetto come Rosarno, che diventano zona franca, terreno di coltura per l' illegalità diffusa. Rosarno fu il luogo dove otto anni fa esplose, in maniera violenta, una protesta degli immigrati residenti nella baraccopoli di San Ferdinando. Ed è il luogo dove si è manifestata, per la prima volta in modo evidente, l' incompatibilità dell' immigrazione di massa con la vita degli autoctoni, dando luogo a episodi reciproci di intolleranza. Qua continuano anche a consumarsi episodi cruenti, come quello di una donna bruciata viva nel ghetto lo scorso gennaio. O come questa storia di una violenza ripetuta ai danni di una donna, davanti alla quale facciamo finta di sorprenderci perché di solito, ci dicono i profeti dell' accoglienza, gli immigrati sono persone così perbene... di Gianluca Veneziani

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