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Immigrati, le Ong: "Le navi mercantili non offrono più aiuto ai barconi"

Matteo Legnani
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L'allarme lanciato dalle Ong Medici senza Frontiere e Sos Mediterraneè, che gestiscono la nave Aquarius segna il trionfo (vogliamo dire definitivo?) di Matteo Salvini e del suo scatto sul tema dell'immigrazione in questi primi due mesi di governo. Ieri la nave diventata famosa per il braccio di ferro di un mese fa con lo stesso Salvini, che le chiuse in faccia i porti italiani obbligandola a fare rotta su Valencia per sbarcare circa 700 immigrati, ha preso a bordo da due diversi barconi 141 africani a una trentina di miglia dalle coste libiche. "Le persone soccorse hanno dichiarato di aver incrociato cinque diverse navi prima che arrivassero da noi. E nessuna di quelle cinque navi gli ha offerto aiuto o assistenza. Le navi potrebbero non essere più disposte a rispondere a coloro che sono in difficoltà a causa dell'alto rischio di rimanere bloccate e vedersi negare un porto sicuro". E vicino, aggiungiamo noi. Perchè, un conto è mollare gli immigrati presi a bordo a Lampedusa o sulle coste della Sicilia meridionale, un altro trovarsi costrette a portarli in Francia o in Spagna, quando magari si ha a bordo un carico con precise date di consegna. Sos Mediterranee e Msf chiedono dunque ai governi europei di "assegnare un luogo sicuro di sbarco più vicino possibile in conformità con il diritto internazionale marittimo, in modo che le persone salvate in mare possano essere sbarcate e l'Aquarius possa continuare a fornire la necessaria assistenza umanitaria", si legge in una nota diffusa da Medici Senza Frontiere. Esattamente quello che anche il governo italiano chiede all'Europa, senza finora avere avuto risposte. Leggi anche: Salvini, l'avvertimento alla nave Aquarius: "Non vedrà mai un porto italiano"

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