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Cesare Battisti, l'ultimo terrificante sospetto: chi gli ha dato soldi dall'Italia

Gino Coala
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Il cerchio attorno ai fiancheggiatori di Cesare Battisti si stringe con il passare delle ore. La polizia italiana ha individuato una lista di dieci nomi, elementi fondamentali per la fuga del terrorista dei Pac cominciata il 16 novembre scorso a bordo di un furgoncino verde bottiglia che lo ha portato oltre il confine boliviano. Leggi anche: Battisti, la vergogna politica dietro la fuga del terrorista I nomi individuati dalla Digos di Milano sono stati inseriti in un'informativa che sarà consegnata al pm Alberto Nobili, come ricorda il Fatto quotidiano, che va a dare maggior peso a un fascicolo già aperto con l'ipotesi di favoreggiamento, ma ancora privo di indagati. Una volta depositato quel documento, la procura partirà con le iscrizioni nel registro degli indagati. Fino ad allora i dieci presunti complici della latitanza di Battisti restano top secret. Quel che è già chiaro sono i profili dei dieci sospettati, entrati nei radar della polizia italiana da quando Battisti è diventato un sorvegliato speciale dallo scorso 16 ottobre. Tra gli identikit noti ci sono quelli di familiari di Battisti che vivono in Italia. Proprio da loro, stando a fonti dell'intelligence, avrebbero sostenuto economicamente il terrorista, aiutato anche con informazioni e contatti preziosi per la fuga. Saranno i dettagli su gradi di parentela ed entità degli aiuti a stabilire le eventuali responsabilità penali. È poi sotto verifica il modo in cui il denaro sia stato fatto arrivare in Bolivia, se direttamente a Battisti o attraverso una triangolazione con terze persone, il che allargherebbe la cerchia dei sospettati. Tra i fiancheggiatori ci sarebbero anche vecchie conoscenze del terrorismo rosso degli anni Settanta, tra i quali compagni di Battisti che hanno militato nei Pac e con Prima linea.

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