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Circumvesuviana, "perché non è stupro". Cosa non torna nelle accuse della 24enne ai tre scarcerati

Giulio Bucchi
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La fase della violenza non è documentata dai video, scarcerato il terzo indagato: arriva a una svolta il caso della ragazza che sarebbe stata vittima di stupro nella stazione della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, lo scorso 5 marzo. Il mancato riscontro della violenza nei video passati al setaccio dagli inquirenti è stato, secondo quanto si è appreso, uno degli elementi alla base della decisione dei giudici del Riesame di Napoli che hanno annullato la misura cautelare degli arresti in carcere emessa dal gip nei confronti dei tre fermati dopo la denuncia di stupro da parte di una 24enne, che aveva accusato i tre di averla violentata nel vano ascensore della stazione dell'Eav. I giudici in generale avrebbero ritenuto «poco circostanziata» la ricostruzione dei fatti fornita dalla giovane donna e nelle motivazioni ricordano che i video presentati dagli inquirenti riguardano le fasi antecedenti e subito successive alle presunte violenze. Non si è fatta attendere la reazione del legale del terzo ragazzo messo in libertà: «In ordine alla rappresentazione dei fatti da parte della ragazza, in entrambe le volte che è stata ascoltata, ci sono enormi discordanze rispetto alla visione della videoregistrazione della telecamera di sorveglianza. La ragazza, in sostanza, non è risultata credibile», dice Massimo Natale, legale di Raffaele Borrelli, l'ultimo dei tre giovani accusati di avere violentato la 24enne di Portici (Napoli). Il Riesame ha infatti annullato la misura cautelare dell'arresto in carcere disposto dal gip per Borrelli così come avvenuto nelle scorse settimane anche per gli altri due indagati, Alessandro Sbrescia e Antonio Cozzolino. «Ha rappresentato diverse situazioni, di fatto e di luogo, rispetto a quello che poi sarebbe accaduto», ha concluso Natale. Delusa e amareggiata la presunta vittima, stando a quanto dichiarato dal suo legale Maurizio Capozzo: «La decisione del Riesame apre nuovi scenari che la Procura valuterà - dice - e se ci sono margini per ricorrere contro il provvedimento sono sicuro che lo farà. Per il momento mi preoccupo delle condizioni di salute della mia assistita che fisicamente ma soprattutto moralmente è distrutta». «Le motivazioni del Riesame - aggiunge - non vengono comunicate alla parte offesa del procedimento, per cui non posso entrare nel merito della valutazione dei giudici. Prendo atto del fatto che abbiano ritenuto non veritiero il racconto della mia assistita sul quale continuo a non avere ragioni per dubitare. L'unico elemento di cui dispongo - dice ancora Capozzo - è la ricostruzione dei fatti compiuta dalla giovane che aveva trovato riscontro prima nel fermo dei tre indagati, poi nella applicazione della misura cautelare». di Giuliana Covella

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