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Roma, la nonnina trucidata da cinque rom: uccisa mentre chiedeva aiuto

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Gino Coala
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Si sentivano braccati ed erano già in fuga lontano da Roma i responsabili dell' omicidio di Anna Tomasino, l' 89enne morta dopo un tentativo di rapina in casa. Si tratta di stranieri, quattro bosniaci e un serbo, due residenti nei campi rom: uno nell' insediamento di via Salviati, l' altro in quello di via Gordiani, spazi tristemente noti in città, regni dell' illegalità e del degrado, dove i reati sono all' ordine del giorno e di recente è intervenuto perfino l' esercito per ristabilire l' ordine. Campi che andrebbero smantellati perché dentro è un' emergenza continua, ma ad ogni annuncio del sindaco di turno, chissà per quale motivo, non seguono mai i fatti. Leggi anche: Viterbo, la morte terrificante di un commerciante 70enne: "Come gli hanno fracassato il cranio" La settimana scorsa, nei giorni dal 4 al 6 maggio, era la festa di San Giorgio, patrono dei rom, e questo gruppetto di tipini poco raccomandabili, tutti con precedenti per furto e rapina, ha pensato bene di onorare il santo provando a fare razzia in qualche appartamento abitato da persone sole e indifese. La scelta è ricaduta sull' alloggio dell' anziana Tomasino, ubicato al secondo piano di una palazzina di via Pizzo Bernini, nel quartiere Montesacro. Sono entrati in due, il serbo 32enne e uno dei bosniaci. Un altro è rimasto giù a fare il palo, il resto della comitiva aspettava su una station wagon grigia alla cui guida c' era il più vecchio dei bosniaci, il 42enne, con un profilo criminale definito «importante» dagli inquirenti, catturato poi nella sua baracca in via Salviati. LEI CHIEDEVA AIUTO Erano da poco passate le nove di sera di domenica 5 maggio. Anna ha sentito rumori di vetri rotti provenire dalla stanza da bagno. Non aveva paura di vivere da sola e non si lasciava intimorire dalle avversità: era una donna "tosta" e simpatica, la ricordano gli amici. L' udito, poi, le funzionava alla grande per cui, quando ha sentito quei suoni sospetti, è andata a vedere e si è trovata di fronte i balordi. Ha urlato, povera signora, con tutta la voce che aveva: «Andate via dalla mia casa!». Voleva fare ragionare chi è senza cuore e usa il cervello solo per pensare al male altrui. È riuscita a comporre il numero della vicina, in possesso delle chiavi dell' appartamento, ha cercato aiuto: «Venite, ci sono i ladri». Ma proprio mentre stava chiedendo rinforzi, dando le spalle ai malviventi, quelli le si sono avventati contro. Il bosniaco l' ha colpita con un bastone o un arnese utilizzato per forzare la finestra, insomma l' ha picchiata con un corpo contundente. La vecchina è caduta a terra in una pozza di sangue. Nel frattempo sono accorsi i vicini e i delinquenti si sono calati dalla finestra dileguandosi con una sgommata: non hanno rubato niente, ma Anna Tomasino, ricoverata con una commozione cerebrale, il giorno dopo è morta in ospedale per colpa di gente che doveva essere in galera da un pezzo. CRISI DI COSCIENZA Della banda solo uno, il serbo, tormentato da un peso sulla coscienza o forse dalla devozione per San Giorgio, lunedì si è presentato dai carabinieri di Cinecittà e si è costituito. «Io non volevo fare male, è stato l' altro, ha perso la testa». E ha fatto i nomi dei complici. I militari della compagnia Casilina, diretti dal maggiore Nunzio Carbone, hanno incrociato tutti i dati, i racconti dei testimoni (che avevano notato l' auto), i filmati delle telecamere di zona, con la confessione del ladro in crisi di coscienza e grazie alla collaborazione dei colleghi di Moncalieri e della polizia hanno rintracciato il resto della banda. Uno, infatti, era già scappato in Piemonte; un altro stava prendendo il treno alla stazione di Pomezia, un quinto è stato fermato dalla polizia di frontiera a Ventimiglia: voleva andare in Francia. I 5 ora sono in cella in attesa dell' interrogatorio. «Sono rom e saranno tutti espulsi», ha subito dichiarato il ministro dell' Interno Matteo Salvini, al quale ha replicato, polemico, il deputato grillino Giuseppe Brescia: «Le espulsioni sono come i rimpatri. Non possono essere solo annunciate, ma devono essere fatte». Fdi rincara la dose: «Salvini chiuda il campo di via Salviati o si rende complice». Per l' azzurra Annagrazia Calabria «la Capitale vive un' emergenza sicurezza». di Brunella Bolloli

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