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Fondi russi, voce dalla procura di Milano: "Svolta vicina", grossi guai per Lega e Matteo Salvini?

Davide Locano
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Voci che filtrano dalla procura di Milano. Voci che rendono ancor più teso il giorno in cui, in aula al Senato, Giuseppe Conte ha riferito sui presunti fondi russi che avrebbe ricevuto la Lega, l'inchiesta con cui la magistratura prova a far fuori Matteo Salvini. Giorno teso perché, il premier, ha fatto i conti con la durissima contestazione del Pd e con i grillini che, in polemica contro di lui, hanno abbandonato Palazzo Madama mentre parlava. Ma, come detto, a rendere il quadro ancor più preoccupante, le indiscrezioni dal pool di Milano: nei dieci giorni di lavoro che separano i pm dalle vacanze, l'inchiesta - si sussurra - potrebbe chiudere il cerchio su quelli che le toghe ritengono essere snodi cruciali circa la registrazione dell'incontro all'hotel Metropol di Mosca, avvenuto lo scorso 18 ottobre. Leggi anche: Carlo Nordio: "Nelle intercettazioni russe non c'è nulla contro Salvini" Lo ha confermato Francesco Greco, procuratore capo, che ha incontrato i colleghi del pool. E chi ha partecipato al vertice, riferisce Il Giornale, ha fatto sapere che "dopo le perquisizioni siamo vicini a una svolta". Il riferimento è alle perquisizioni effettuate nelle case e negli uffici di Gianluca Savoini, del suo consulente legale Gianluca Meranda e del consulente finanziario Francesco Vannucci. Poche parole, ma pesantissime ed emblematiche. Parole anche strane, perché ci si chiede cosa possano aver lasciato a disposizione della Guardia di Finanza i perquisiti, che sapevano benissimo e da giorni di essere nel mirino. L'ipotesi che filtra è che possa trattarsi anche di materiale lasciato ad hoc dagli indagati per influenzare il corso delle indagini, ma qui siamo nel campo delle ipotesi e delle illazioni. Restano le parole, un poco minacciose, che arrivano dalla procura. Quella "svolta vicina" che fa sentire a Salvini sempre di più il fiato sul collo dei magistrati.

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